Le case acquistate da Francesco Imparato, fratello del boss del rione Savorito, Salvatore ‘o paglialone, passano alla Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati. E ora toccherà al Comune decidere come u...
Le case acquistate da Francesco Imparato, fratello del boss del rione Savorito, Salvatore ‘o paglialone, passano alla Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati. E ora toccherà al Comune decidere come utilizzare quelle abitazioni, al pari di molte altre strutture già sottratte dalla criminalità organizzata. La sentenza della prima sezione penale della Corte di Cassazione – presieduta dalla dottoressa Angela Tardio – rende definitiva la confisca di tre appartamenti nel rione Privati, per i quali erano già scattati i sigilli nel 2019. I giudici hanno respinto il ricorso presentato da Francesco Imparato, 67enne stabiese, accusato di aver acquistato quelle case con i soldi ricavati dallo spaccio di sostanze stupefacenti. L’indagine di natura patrimoniale, tesa all’aggressione dei patrimoni di mafia, è stata condotta da personale del Settore Misure di Prevenzione Patrimoniali della Divisione Anticrimine della Questura di Napoli. Francesco Imparato fu arrestato a maggio 2006 nell’ambito dell’Operazione Faito, che vide finire in manette 18 persone ritenute affiliate all’organizzazione criminale che fa affari con il traffico di sostanze stupefacenti, in quella che da sempre è considerata come la più grande piazza di spaccio della città stabiese. Inizialmente svolgeva solo il compito di cassiere dell’associazione criminale: a lui spettava il compito di pagare i pusher e le vedette e mettere a disposizione i capitali che servivano per acquistare i grossi quantitativi di sostanze stupefacenti, da rivendere poi al dettaglio. A seguito di un dissidio interno all’organizzazione – come svelarono le indagini dell’epoca, condotte dalla polizia – Francesco Imparato si ritrovò a dover prendere in mano le redini dell’organizzazione criminale, per volere del fratello Salvatore, ‘o paglialone, che nel frattempo era già finito in carcere. Al termine dell’iter processuale il 67enne venne condannato alla pena definitiva di anni dieci ed otto mesi, scontati in carcere nel periodo da maggio 2006 a gennaio 2015. Ma le indagini avviate dal commissariato di polizia di Castellammare di Stabia, non si sono fermate e hanno puntato a mettere le mani anche sul patrimonio del pregiudicato. Così al termine di un lungo lavoro investigativo gli agenti nel 2019 hanno eseguito un decreto del Tribunale di Napoli – emesso in accoglimento di un’articolata proposta del Questore di Napoli – che ha disposto il sequestro di tre appartamenti con le relative pertinenze ubicati nel rione Privati a Castellammare di Stabia, intestati al 67enne ed ai suoi congiunti «in considerazione dell’esistenza di ampi e concordanti indizi circa la loro provenienza dall’illecita attività svolta dall’uomo», spiegò la Questura. II valore globale dei beni sottoposti a sequestro e ora definitivamente confiscati ammonta a circa 400 mila euro. Un duro colpo quello assestato dai poliziotti stabiesi, sulla scia delle nuove disposizione in materia di Antimafia, che mirano sempre più a sottrarre beni agli appartenenti alle organizzazioni malavitose.