Torre del Greco. Lo «schema» era stato preparato a tavolino durante una «riunione ristretta» a casa del sindaco Giovanni Palomba: sedici voti spalmati su quattro nomi per accontentare tutti i «desiderata» degli alleati. Ma, alla prova dell’aula, qualcosa è andato storto e gli esponenti di Forza Italia – come già accaduto in diverse occasioni dal giorno del sorprendente salto sulla carovana del buongoverno di palazzo Baronale – sono rimasti a mani vuote, scatenando inevitabili veleni in maggioranza. L’elezione dei cinque componenti della commissione per il paesaggio – andata in scena durante l’ultima seduta del consiglio comunale – rischia di avere pesanti ripercussioni sulla «tenuta» della coalizione guidata dallo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio, nuovamente alle prese con i malumori provocati dai franchi tiratori dell’assise cittadina.
Saltato l’en plein
Se il nome indicato dal «separato in casa» Felice Gaglione – l’unico sopravvissuto all’epurazione degli assessori di area Pd dalla giunta – ha incassato i voti «scontati» della triade formata da Iolanda Mennella, Carmine Gentile e Antonio Spierto (uniti a sostenere la candidatura di Ciro Lerro) a fare saltare il banco della maggioranza è stata l’elezione di Angelo Di Ruocco, sponsorizzato dall’esponente d’opposizione Salvatore Gargiulo e capace di portare a casa la bellezza di cinque preferenze. Tra cui, a sorpresa, il voto dell’ex senatore Nello Formisano. Proprio la scelta dell’esponente di Alleanza Democratica – preventivamente «indirizzato» dal capogruppo Michele Langella sul nome dell’ex consigliere comunale Domenico Perna, indicato dai neo-alleati di Forza Italia – ha scatenato le vivaci «proteste» dei berluscones guidati dal commissario cittadino Dario Colombo. Proteste indirizzate non solo al franco tiratore della maggioranza perché sott’accusa è finito anche il sindaco Giovanni Palomba, incapace di garantire il rispetto degli accordi politici messi nero su bianco alla vigilia della seduta del consiglio comunale. Non solo: a scatenare ulteriori perplessità in maggioranza è stata la risicata elezione di Raimondo Savastano – a cui è andato anche il voto del soldato Luigi Caldarola – tradito da uno degli alleati, con forti sospetti sulla pasionaria Carmela Pomposo.
Zero quote rosa
Non bastassero le grane politiche, un’altra tegola si potrebbe abbattere sulla neonata commissione per il paesaggio. Tra i cinque componenti non è stata eletta neanche una donna, a dispetto delle svariate candidature arrivate in municipio. E in caso di ricorsi, l’assenza di quote rose potrebbe costringere Giovanni Palomba & co. a rifare tutto da capo.
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