No all’assunzione al Comune dei 35 ex dipendenti di Terme di Stabia. Arriva lo stop definitivo dei commissari straordinari alla proposta avanzata dal sindacato Ugl, per chiudere la vicenda legata al...
No all’assunzione al Comune dei 35 ex dipendenti di Terme di Stabia. Arriva lo stop definitivo dei commissari straordinari alla proposta avanzata dal sindacato Ugl, per chiudere la vicenda legata al contenzioso con Sint che ha visto vincere in Cassazione proprio i lavoratori, che ora tra stipendi arretrati e contributi non versati avanzano un credito di circa 8 milioni di euro. I lavoratori, nel corso di un incontro in Regione Campania, andato in scena lo scorso 10 agosto, richiesto dal commissario liquidatore di Sint Vincenzo Sica, si erano detti disposti a rinunciare all’intera cifra, in cambio di un’assunzione collettiva al Comune di Castellammare di Stabia, che è socio per il 98 per cento di Sint (la partecipata che detiene la proprietà immobiliare dell’Hotel delle Terme, dell’ex stabilimento delle Nuove Terme e del parco idropinico). La proposta avanzata dal sindacato Ugl, rappresentato da Mario Riano, si basava su più aspetti: l’assunzione dei termali avrebbe consentito al Comune di evitare la vendita all’asta dei beni; il Comune avrebbe avuto la possibilità di integrare un organico che oggi ha delle evidenti carenze; il personale, eventualmente assunto, avrebbe potuto rappresentare una risorsa per la gestione dello stabilimento delle Antiche Terme e anche in caso di ripresa delle attività termali in house o attraverso un partenariato pubblico-privato. Se da un punto di vista teorico potevano esserci dei vantaggi del Comune, il problema è che la procedura di assorbimento dei lavoratori si sarebbe scontrata con la legge. A spiegarlo sono proprio i commissari straordinari attraverso una comunicazione inoltrata a Sint. Al di là della possibile violazione del principio di discrezionalità che consente alle amministrazioni di scegliere quanti dipendenti assumere e per quali settori, secondo i commissari ci sarebbero stati problemi anche per il rispetto del tetto di spesa del personale e soprattutto per l’obbligo di svolgere apposite procedure selettive per procedere alle assunzioni. Il “no” definitivo dei commissari accelera due processi. Il primo è quello di licenziamento collettivo dei 35 ex dipendenti di Terme di Stabia (società fallita nel 2015), poi passati in capo a Sint, a seguito della sentenza della Cassazione. La seconda è quella della vendita all’asta dei beni. Chiusa la vicenda relativa ai lavoratori che ora dovranno attendere di riscuotere i loro crediti, la società sarà tenuta a pubblicare i bandi per la cessione a terzi di Hotel delle Terme, ex stabilimento delle Nuove Terme, il parco idropinico del Solaro e Villa Ersilia. Un patrimonio immobiliare stimato in 21 milioni di euro che ora potrebbe finire in mano ai privati, che potranno scegliere se acquistare l’intero pacchetto oppure singolarmente i beni. Andati a vuoto, finora, tutti i tentativi politici finalizzati a coinvolgere la Regione Campania in questo processo, per scongiurare una speculazione immobiliare.