Torre del Greco. I decreti sono pronti da una settimana, dal giorno dell’ultima riunione di giunta diventata l’occasione per «salutare» l’assessore all’urbanistica Gennaro Polichetti. Le firme, invece, arriveranno – salvo colpi di scena – solo oggi, quando il sindaco Giovanni Palomba avvierà ufficialmente la sua «rivoluzione d’autunno» in vista del voto del 2023: fuori tutti gli esponenti di area Pd – a partire proprio da Gennaro Polichetti, il tecnico «caro» al consigliere regionale Mario Casillo – e dentro tutti i potenziali alleati per la prossima primavera, a partire dall’avvocato Luigi Ascione. Perché, a dispetto dei flop messi in fila durante la prima esperienza alla guida di palazzo Baronale, lo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio già culla la pazza idea del bis.
Il doppio recupero
La nomina di Luigi Ascione come delegato all’urbanistica consentirà al primo cittadino di recuperare ufficialmente alla causa della maggioranza due ex dissidenti passati all’opposizione all’epoca dell’inciucio con Luigi Mele e Nello Formisano: il camaleonte Ciro Piccirillo – pronto a indicare come assessore il proprio legale di fiducia nel procedimento giudiziario nato dall’inchiesta sullo scandalo del voto di scambio alle elezioni del 2018 – e il debuttante Simone Mariano Gramegna, erede del noto sindacalista dei marittimi. Il mini-rimpasto consentirà al primo cittadino di blindare i numeri della coalizione, in modo da parare senza difficoltà l’assalto alla diligenza – sotto forma di nuova mozione di sfiducia, dopo il fallimentare tentativo di inizio 2022 orchestrato da Gaetano Frulio e Luisa Liguoro – atteso per inizio 2023, praticamente alla vigilia della corsa alle urne. La seconda fase della «rivoluzione d’autunno» dovrebbe, invece, scattare a metà ottobre con la nomina del settimo assessore della giunta. Una poltrona rimasta vuota per otto mesi, dopo l’iniziale promessa al figlio d’arte Antonio D’Ambrosio: ora il nuovo piano del sindaco (e la «visibilità» garantita, intanto, all’erede di Tommaso D’Ambrosio) potrebbe sparigliare le carte e portare in municipio una professionista già «corteggiata» a inizio 2021.
La poltrona d’oro
Il ritorno all’ovile di Ciro Piccirillo e Simone Mariano Gramegna dovrebbe poi aprire la strada alla mozione di sfiducia al presidente del consiglio comunale Gaetano Frulio. Già durante l’ultima riunione dell’assise il sindaco aveva esternato pubblicamente il proprio malcontento per la «mancanza di imparzialità» del 51enne eletto con la lista civica Ci Vuole Coraggio e passato all’opposizione senza rinunciare all’incarico d’oro da 3.700 euro al mese. Un incarico che il primo cittadino vorrebbe riportare in seno alla maggioranza, in modo da «gratificare» qualche alleato e tracciare ulteriormente il solco anti-Pd in municipio. Perché, archiviate le politiche con l’ennesimo capitombolo verso il basso dei democrat, Giovanni Palomba & co. puntano diritti al bis.
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