«Il Piano Urbanistico rappresenta uno strumento fondamentale ed indispensabile e presto sarà convocato un tavolo per fare il punto e poi procedere alla prima pubblicazione alla quale seguiranno poi ...
«Il Piano Urbanistico rappresenta uno strumento fondamentale ed indispensabile e presto sarà convocato un tavolo per fare il punto e poi procedere alla prima pubblicazione alla quale seguiranno poi le osservazioni». A dirlo i commissari straordinari il Prefetto Enrico Caterino e il dirigente Marco Serra, unico commissario già in carica dallo scorso mese di marzo. che già qualche settimana avevano, durante un incontro con la stampa, affrontato il tema delicato. Uno strumento importante ma purtroppo rimasto fermo al palo dopo lo tsunami giudiziario che aveva coinvolto il Comune prima con l’arresto dell’ex capo dell’Utc e poi con lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose. Il piano preliminare del Puc era stato approvato a marzo dello scorso anno, all’epoca alla guida dei lavori pubblici c’era l’assessore Stefania Caiazzo che aveva provato a sbloccare l’iter fermo proprio dopo lo scandalo delle mazzette e l’arresto dell’ex capo dell’Utc Nunzio Ariano e del vicesindaco con delega ai lavori pubblici Luigi Ammendola. Un primo atto dopo quasi cinquant’anni dall’approvazione dell’ultimo strumento di pianificazione il Prgi che fu approvato nel lontano 1972. Il preliminare del Puc, fu redatto dall’Ufficio di Piano del Comune – tra i componenti del team anche gli staffisti del sindaco finiti sotto i riflettori della commissione di accesso – e puntava prioritariamente a potenziare il ruolo di Torre Annunziata sia su scala metropolitana, nella quale il territorio comunale deve tendere a configurarsi come cerniera tra sistemi territoriali diversi (sistema naturalistico del Parco del Vesuvio, sistema culturale e archeologico della direttrice Portici-Ercolano-Pompei e sistema costiero vesuviano da Portici a Castellammare), sia come polo di riferimento per i turismi, più che per il turismo. Dunque, un sistema turistico estremamente ampio, diffuso, diversificato e di assoluto livello anche su scala locale, dove la città deve necessariamente potenziare le sue qualità urbane attraverso precise azioni di valorizzazione, riqualificazione, integrazione delle sue componenti naturalistiche, culturali, storico-archeologiche e insediative. Si era parlato del recupero del Quadrilatero delle Carceri, le case che continuano a cadere a pezzi dal post terremoto e che stanno facendo incassare soldi ai privati solo perché il Comune non si è impegnato nella ricostruzione. Ma nel progetto anche la riqualificazione di zone completamente dimenticate o oggetto di progetti flop come le arcate borboniche, oggetto peraltro anche di accertamenti da parte della guardia di finanza. Insomma una città che avrebbe cambiato completamente volto soprattutto nel centro storico che rappresenta da sempre uno dei pomi della discordia. Un rione completamente abbandonato, e isolato dal resto della città, trasformato in un ghetto. La prossima settimana ci saranno i primi incontri e un tavolo tecnico con dirigenti e i responsabili del procedimento per iniziare l’iter e sbrogliare così la matassa.