Torre del Greco. La rivoluzione d’autunno comincia in anticipo a palazzo Baronale, dove il sindaco Giovanni Palomba è pronto a dare il via all’ennesimo valzer di poltrone in giunta. Ai saluti finali c’è l’assessore all’urbanistica Gennaro Polichetti, il tecnico di area Pd – caro al consigliere regionale Mario Casillo – arrivato all’ombra del Vesuvio in occasione del rimpasto di inizio 2021. Il benservito era in programma a inizio ottobre, ma il primo cittadino avrebbe deciso di spingere sull’acceleratore per lanciare – proprio alla vigilia del voto del 25 settembre – un segnale chiaro e netto: la carovana del buongoverno svolta a (centro)destra in vista dell’ultimo anno di mandato, scavando un solco definitivo con i democrat dopo il golpe mancato promosso dagli infiltrati Gaetano Frulio e Luisa Liguoro.
La doppia svolta
Archiviata la festività di San Gennaro, lo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio dovrebbe iniziare già oggi a trasformare in realtà il «piano politico» illustrato agli alleati (vecchi e nuovi) all’indomani della fine delle ferie estive: prendere le distanze dal Pd – già significative le assenze a tutti gli appuntamenti elettorali promossi dall’ex amica-sponsor Loredana Raia, a caccia di un posto in parlamento – e tracciare le basi per la futura corsa alla (ri)conquista della fascia tricolore. Di qui, la decisione di dare l’addio a Gennaro Polichetti per «recuperare» alla causa della maggioranza il camaleonte Ciro Piccirillo – non a caso, a capo della lista civica La Svolta – e Simone Mariano Gramegna, gli ex dissidenti passati all’opposizione a inizio 2021. Proprio il politico-poliziotto dovrebbe indicare il nuovo assessore – l’avvocato Luigi Ascione, il suo legale di fiducia nel procedimento nato dallo scandalo del voto di scambio alle elezioni del 2018 e concluso con l’assoluzione – con il placet del figlio dello storico sindacalista dei marittimi. Il «ritorno all’ovile» dei due consiglieri comunali dovrebbe garantire alla maggioranza uno zoccolo duro di 18 voti, con la possibilità di «riacquistare» anche Salvatore Gargiulo attraverso una delega fuori giunta all’Anagrafe.
L’ultima poltrona
Successivamente, poi, Giovanni Palomba dovrebbe provvedere a completare l’esecutivo con la nomina di una quota rosa attesa da circa un anno: in linea teorica, il nome dovrebbe essere indicato da Antonio D’Ambrosio – a lungo fermo sull’ipotesi di Mario Aurilia, primo dei non eletti della lista civica Movimento Popolare Torrese – ma non sono escluse, vista la «visibilità» garantita all’erede di Tommaso D’Ambrosio, sorprese dell’ultima ora.
Scacco a Frulio
Sistemati i numeri in consiglio comunale, il primo cittadino dovrebbe poi passare alla fase due con la «defenestrazione» del capo dell’assise Gaetano Frulio. Non è un mistero come il passaggio all’opposizione (e il mantenimento dello stipendio da 3.700 euro lordi al mese) non siano stati particolarmente graditi a Giovanni Palomba. E durante l’ultima seduta del consiglio comunale il «malcontento» è esploso in aula con le accuse di mancata imparzialità al delfino di Luigi Mennella, al momento in pole position per una candidatura a sindaco alle prossime elezioni sotto il simbolo del Pd: alla «sfiducia pubblica» il leader della carovana del buongoverno – viste la mancate dimissioni di Gaetano Frulio dalla poltrona d’oro – vuole fare seguire la «sfiducia politica». Così da cacciare un ulteriore brandello del Pd dalla maggioranza e liberare il posto per un altro incarico «pesante» da distribuire ai propri fedelissimi. In modo da affrontare l’ultimo anno in municipio senza l’incubo di ulteriori «sgambetti» per chiudere in anticipo il mandato.
@riproduzione riservata