Servirebbero due milioni e mezzo di euro per garantire la messa in sicurezza nel rione Capo Rivo e magari immaginare un recupero di quegli spazi oggi occupati da scheletri di cemento pericolanti. A di...
Servirebbero due milioni e mezzo di euro per garantire la messa in sicurezza nel rione Capo Rivo e magari immaginare un recupero di quegli spazi oggi occupati da scheletri di cemento pericolanti. A dirlo è una relazione che risale a 13 anni fa e rimasta nei cassetti di Palazzo Farnese, senza che nessuna delle amministrazioni che sono arrivate dopo la riprendesse per provare almeno ad abbozzare un progetto che potesse restituire dignità al centro antico. A firmare quella relazione fu il professore Gaetano Manfredi, a capo di un team di tecnici che fu incaricato dall’allora giunta Vozza di condurre uno studio sul patrimonio edilizio della parte storica della città, in parte distrutto dal patrimonio del 1980. Quel lavoro coordinato dall’attuale sindaco della Città Metropolitana di Napoli si concentrò su 90 edifici in tutto il centro antico, stilando una classifica di quelli ritenuti a rischio e indicando anche immobile per immobile le risorse necessarie per metterli in sicurezza, abbattere quelli irrecuperabili e realizzare eventuali progetti di sviluppo. Secondo quella stima sarebbero occorsi circa 78 milioni di euro complessivamente per eliminare ogni rischio nel centro antico e riqualificarlo. Ma c’è da dire che una buona parte di questi fondi sarebbero potuti arrivare dai privati, qualora si fosse innescato un meccanismo virtuoso di rilancio del territorio. Anche sotto questo punto di vista il pool capitanato da Gaetano Manfredi si era espresso, offrendo un’indicazione chiara su dove intervenire. «La parte più interessante del centro storico di Castellammare, dal punto di vista urbanistico, è sicuramente quella che si estende da Largo Marchese de Turris (meglio conosciuto come “Caporivo”) fino a Piazza Viviani verso ovest e fino a Piazza Giovanni XXIII sulla quale prospetta il Convento dei Francescani», si legge nella relazione firmata dai tecnici, che aggiungono «il motivo di interesse è dovuto alla posizione strategica di Caporivo, luogo nel quale convergono una serie di strade provenienti dalla periferia del centro storico (via Viviani, via Nuova, strada Coppola e salita De Turris) e che poi proseguono lungo i percorsi collinari costituiti da Salita Quisisana e salita Santa Croce che permettono lo sbocco verso la zona panoramica di Castellammare». Finora la politica non è stata in grado di dare seguito a quelle che sono state le indicazioni dei tecnici per provare a rilanciare il centro antico e il risultato è che quei ruderi già fatiscenti adesso cominciano a crollare mettendo a rischio l’incolumità di chi vive in quella zona della città e dei passanti. Una situazione ora complicata da ribaltare senza un impegno serio per risollevare le sorti del centro storico.