Era finito sotto processo con l’accusa di atti persecutori nei confronti di un militare di Trecase in servizio in Toscana, ora per don Antonio Marrese – già cappellano dei militari di Torre A...
Era finito sotto processo con l’accusa di atti persecutori nei confronti di un militare di Trecase in servizio in Toscana, ora per don Antonio Marrese – già cappellano dei militari di Torre Annunziata ed ex vice rettore del Santuario di Pompei – è arrivata la sentenza dei giudici del tribunale di Massa Carrara che lo assolvono da ogni accusa. Un calvario giudiziario cominciato nel 2016 e che aveva visto il religioso dover rispondere anche dei reati di calunnia, ricettazione, peculato, abuso di ufficio e concussione. Un quadro indiziario delicato, smontato pezzo per pezzo dai legali del prete – era difeso dagli avvocati Domenico Ciruzzi, Francesco Persiani, Cervone e Benedetti – che nel frattempo è finito anche davanti alla giustizia canonica. Una «via crucis» come l’ha definita lo stesso don Antonio, conclusasi ieri mattina con il provvedimento di «assoluzione piena» che lo scagiona da tutte le accuse che nel corso degli anni lo hanno visto coinvolto. E in una nota inviata dallo stesso parroco vengono ripercorsi i momenti difficili passati a combattere contro accuse che oggi sono del tutto cadute. Tuttavia va sottolineato, come l’ampia ed articolata istruttoria dibattimentale, abbia offerto al Collegio Giudicante, la prova inconfutabile dell’infondatezza delle ipotesi accusatorie formulate dalla Procura nei confronti di don Marrese. In particolare, i testimoni dell’accusa, che avrebbero dovuto muovere obiezioni verso don Marrese, hanno sempre negato a più riprese, in maniera espressa e perentoria la sussistenza di qualsivoglia forma di reato da parte del sacerdote. Gli stessi testimoni d’accusa hanno, al contrario, messo in luce il carattere disponibile, aperto, generoso del Marrese, fornendo in tal senso al Tribunale l’esatta e quanto mai necessaria contestualizzazione del contenuto, del materiale utilizzato dalla Procura a fondamento delle contestazioni accusatorie. Oggi don Antonio Marrese – che dopo il rinvio a giudizio è stato ridotto allo stato clericale – parla da uomo libero di ogni accusa. «Sono stati anni molto difficili, caratterizzati da false notizie, accuse infamanti, e tante chiacchiere, ma finalmente oggi mi viene ridata dignità, ho sempre creduto che la magistratura avrebbe ristabilito la verità su questa triste vicenda. – fa sapere attraverso una nota – Non è stato semplice andare avanti in certi momenti. E’ come quando ci si trova nel bel mezzo della bufera, travolti, si fa fatica anche a respirare, ma poi grazie a Dio, arriva un po’ di calma e pian piano si riprende». Un messaggio il parroco lo ha rivolto anche a chi lo ha trascinato nel calderone giudiziario che lo ha visto occupato negli ultimi sei anni. Un inferno da cui sembra essere uscito definitivamente. «Non ho rancore verso nessuno, nemmeno verso chi ha provocato e a contribuito a tanto dolore, dico solo che per il bene di tutti si poteva evitare, attraverso il dialogo e la chiarezza».