Luigi Aquino è uno degli under più importanti acquistati dalla Turris. Il difensore centrale di Pompei, alla sua prima esperienza tra i Professionisti, sta cercando di colmare il gap che c’è tra la Primavera ed una prima squadra: “C’è da lavorare per mettersi al passo di chi ha più esperienza di me. Sicuramente – ha raccontato il classe 2002 – sto sfruttando questo tempo per apprendere molto da chi ne ha viste tante sul terreno di gioco. In questa fase è fondamentale per me uno come Di Nunzio. Ciccio è sempre lì che ci spiega tutto con grande pazienza, in più è un esempio anche fuori dal campo”.
Arrivi da un settore giovanile importante come quello della Samp: come è nata l’opportunità Turris? “C’erano tante opportunità sul tavolo, ma alla fine ho scelto subito di mettermi in gioco in una piazza calda. Ho scelto subito una sfida avvincente. In più c’era anche il mio amico fraterno Emanuel Ercolano. Insieme siamo partiti dal S.Aniello per andare a giocare con la maglia blucerchiata. Migliore scelta non potevo fare”.
Con la Samp sei stato capitano della Primavera facendo tutta la trafila fino anche ad allenarti in prima squadra… “Allenarti con la prima squadra ti riempie d’orgoglio, specialmente se poi c’è un autentico maestro come Giampaolo. Il mister è uno che crede molto nei giovani. Mi ha consigliato, insieme al mio procuratore, di provare l’esperienza Torre del Greco”.
Canzi è un altro che con i giovani ci sa fare “Ho affrontato il mister quando era alla Primavera del Cagliari. Può darci tanto a noi ‘under’. È uno che sa toccare sempre le corde giuste. Per noi è fondamentale”.
Come tanti ragazzi napoletani ti è toccato emigrare per vedere il tuo talento esplodere. “Avvicinarmi a casa, dopo tanti anni a Genova, non ti nascondo sia facile. Quando vivi lontano, hai i tuoi ritmi anche se avere la famiglia vicino non ha prezzo. Sul perché molti giovani napoletani o campani siano in club del Nord è qualcosa di inspiegabile. Qui ci sono talenti incredibili cresciuti a pane e pallone per strada. Onestamente è qualcosa che non so spiegarmi”.
Sei cresciuto con il mito di Sergio Ramos “Mi feci crescere i capelli lunghi per emularlo davvero in tutto. Come lui mi sono specializzato anche a fare gol sui calci di rigore. Resta un mito assoluto per me”. Hai scelto il numero di maglia? “Quando sono arrivato mi è stato dato il pacco numero 24. Quel numero è la data di mia cugina che purtroppo non c’è più. L’ho preso come un segno del destino”.
Bruno Galvan