Pompei. Terremoto giudiziario in città, la Procura chiude la maxi-inchiesta sui presunti abusi edilizi commessi presso il noto agriturismo “Vivi Natura” di via Ponte Izzo. Ora, 14 persone rischia...
Pompei. Terremoto giudiziario in città, la Procura chiude la maxi-inchiesta sui presunti abusi edilizi commessi presso il noto agriturismo “Vivi Natura” di via Ponte Izzo. Ora, 14 persone rischiano di finire a processo.
Il pm di Torre Annunziata, Matteo De Micheli, ha concluso ieri le indagini sui presunti abusi forse “coperti” da un ex dipendente dell’Utc, oltre che da un ex capitano della polizia locale di Pompei.
Irregolarità che – secondo quel che appare come un granitico impianto accusatorio – avrebbero favorito anche in tempi recenti, ovvero fino all’8 ottobre 2021, un noto imprenditore cittadino: Francesco Sansone, proprietario fin dal 2009 dell’agriturismo di circa ottomila mq, con annesso fabbricato rustico del ‘900, che avrebbe “edificato volumetrie abusive per oltre 5.000 mc” in via Ponte Izzo numero 49.
I magistrati, al termine di una capillare attività sui luoghi condotta dai poliziotti di Pompei, agli ordini del vicequestore Antonella Palumbo, ieri hanno notificato 14 informazioni di garanzia ad altrettanti indagati.
Oltre all’ex geometra dell’ufficio tecnico comunale, il 71enne Carlo Luigi Antonio Vitiello, oggi in pensione, e all’alto funzionario della polizia locale, il 67enne Ferdinando Fontanella, altri 12 indagati ora rischiano il rinvio a giudizio.
Si tratta dell’imprenditore Francesco Sansone, poi di Vincenzo Di Maio, Francesco Gargiulo, Carmela Sorrentino, Francesco Acrì, Andrea Nunziata, Angelo Celentano, Nunziato Lamberti, Francesco Acierno, Carmen Sansone, Melania Sansone, Carmine Vitiello, tutti residenti tra Pompei, Castellammare di Stabia e Torre Annunziata.
L’indagine portò all’emissione di un decreto di sequestro dell’agriturismo di Pompei. L’inchiesta, chiusa invece solo ieri, avrebbe infatti permesso di accertare la realizzazione in più fasi, nel corso di circa trent’anni, di “una lottizzazione abusiva a scopo edificatorio relativa all’Agriturismo Vivi Natura Resort” così si legge nell’avviso di chiusura indagini.
I reati ipotizzati a vario titolo sono quelli di abuso d’ufficio, corruzione propria, falso ideologico in atti pubblici, violazione del segreto d’ufficio, falsità ideologica in certificati, reati edilizi e urbanistici. Secondo gli inquirenti si tratterebbe di “una pluralità di interventi protrattasi sino all’aprile 2021, in assenza di permesso di costruire e di autorizzazione paesaggistica, implementando alcuni immobili preesistenti, totalmente abusivi, oggetto di istanze di condono rigettate e di ordinanze comunali di demolizione, alcuni dei quali acquisiti al patrimonio comunale a seguito della mancata ottemperanza all’ordine di demolizione, edificati in un’area soggetta a vincolo di inedificabilità, a vincolo paesaggistico e di rispetto stradale, con un mutamento di destinazione, da area agricola a struttura turistico-ricettiva”.
Il cambio di destinazione sarebbe inoltre incompatibile con l’attuale PRG. Le indagini consentirebbero di ritenere che gli abusi siano stati realizzati “grazie alla voluta e deliberata connivenza tra coloro che avrebbero dovuto tutelare gli interessi pubblici e gli amministratori dell’agriturismo”.