Sorrento. “A fine anno è credibile che raggiungeremo i numeri del 2019, se non di più in alcune regioni e località. E questo considerando che nei primi mesi dell’anno c’erano ancora le restrizioni è un risultato davvero eccezionale. Ma noi ora dobbiamo stabilizzare questi numeri, anzi crescere ulteriormente nei prossimi anni e i suggerimenti che ci danno questi ragazzi riuniti a Sorrento sono eccezionali”. Il ministro del Massimo Garavaglia, a margine del Global Youth Tourism Summit organizzato dal ministero del Turismo con l’Unwto e l’Enit a Sorrento, si mostra ottimista circa la ripresa del settore, tra i più colpiti a causa della pandemia. “E’ ovvio che quando si ritorna ai numeri del 2019 e oltre l’overtourism viene da sé naturalmente. La soluzione secondo me è il digitale e ci stiamo lavorando” dice Garavaglia.
“Faccio un esempio su come possa diventare un’opportunità per tutti. Durante la pandemia continua il ministro – sulle piste da sci i numeri erano contingentati e bisognava prenotare online. Erano contenti tutti perché il flusso si distribuiva durante tutta la settimana. Ecco, il digitale ci può consentire di distribuire meglio il flusso nel tempo ma anche nello spazio perché con una sana promozione dell’Italia cosiddetta minore, “minore” solo perché meno conosciuta, noi abbiamo la possibilità di distribuire meglio tutto”.
E aggiunge: “Non a caso durante l’Eurovision che è la manifestazione più vista al mondo dopo le Olimpiadi abbiamo promosso l’Italia minore proprio per far capire, a tutti agli italiani ma anche al resto del mondo, quante cose belle abbiamo al di fuori del Pantheon che sappiamo già tutti quanto è bello”.
“La carenza del personale è un grave problema del turismo e in molti casi sta limitando l’offerta” ammette il ministro. “Abbiamo – spiega Garavaglia – alberghi che limitano il numero di camere perché non riescono a garantire il servizio, ristoranti aperti solo a pranzo o solo a cena, alberghi che non fanno ristorazione per niente. E’ oggettivamente un dramma, bisognerà analizzare bene perché non c’è questo incrocio tra domanda e offerta. Se hai il 10% di disoccupazione e ti mancano 350 mila lavoratori solo nel turismo, è evidente che qualcosa non quadra. Bisogna capire quali sono i fenomeni e capire a breve, medio e lungo termine cosa fare. L’anno venturo non possiamo ritrovarci in questa situazione”. “La sfida vera – dice Garavaglia – è fare entrare più giovani nel mondo turismo, facciamo fatica a trovare giovani che vogliono lavorare nella ristorazione. Io lavoravo in ristorante da giovane mentre studiavo. Bisogna capire come renderlo appetibile, sta diventando molto complicato rimaniamo senza lavoratori e non riusciamo a garantire l’offerta”.
Quanto alla manifestazione di Sorrento, “abbiamo organizzato assieme all’Unwto il primo congresso mondiale del turismo giovanile perché banalmente la generazione Z, i nati dal ‘97 in poi, sono due miliardi nel mondo e sono loro che disegneranno e stanno già disegnando il turismo del futuro”. “Il nostro obiettivo – ribadisce – è innanzitutto farli venire in Italia e poi farli tornare più volte. E per questo dobbiamo capire qual è la loro idea di nuovo turismo”. Il primo tema è la rivoluzione digitale. “Questa – spiega – è una generazione che è nata su Internet, ha strumenti diversi che cambiano giorno per giorno. Non è un caso che nel Pnrr abbiamo fatto investimenti importanti proprio sulla rivoluzione digitale e sull’hub digitale. Siamo già partiti, il sito cambia di settimana in settimana e da dopo l’estate avremo finalmente anche un’applicazione per intercettare il nuovo linguaggio e la nuova esigenza”. Ma oltre a questo c’è il fatto che il turismo è cambiato e i giovani ne sono i principali interpreti. “Per esempio – aggiunge – questo tema della sostenibilità non è una moda ma è un driver con cui vengono scelte le destinazioni. C’è anche un attenzione molto forte al turismo accessibile e quindi un’attenzione molto forte alle persone con una disabilità e all’inclusione”. Per la Gen Z è importante anche un’ esperienza di turismo diversa. “Non solo il “selfie e me ne vado” – dice Garavaglia – ma entrare in una comunità e capire cosa fanno “rispettandola”. Anche questo è un tema molto importante di approccio differente dei giovani di questa generazione. E infine anche tutto lo sviluppo del turismo open air e legato allo sport. Sta diventando un fenomeno di massa: pensiamo all’e-bike con il cicloturismo ma poi ci sono i cammini, il trekking e chi corre. Tutte queste evidenze vanno messe assieme per incontrare una domanda che è cambiata”.
Ieri il ministro del turismo ha tenuto una “colazione” con i 130 ragazzi che stanno partecipando al Global Youth Tourism. I ragazzi chiedono ai politici un impegno per un turismo sostenibile, accessibile e inclusivo e a “loro misura” e il ministro ribatte: “E’ un appello che recepiamo volentieri anche perché sono i nostri futuri clienti. Quindi non possiamo che esser d’accordo con loro e adeguarci velocemente anche perché i numeri sono buoni – conclude – ma vogliamo che siano sempre migliori negli anni futuri”.
Le tre P di Persone, Pianeta, Prosperità per disegnare un futuro migliore all’insegna del turismo sostenibile. Sono i termini chiave del coraggioso appello all’azione – il primo nel suo genere – che i 130 giovani del mondo fra i 12 e i 18 anni da 60 nazioni del mondo, chiamati a raccolta dall’Unwto nel Global Youth Tourism Summit a Sorrento, hanno rivolto, al termine della simulazione dell’Assemblea generale dell’Organizzazione mondiale, ai leader politici e istituzionali al termine di una settimana di confronti e dibattiti. Per le persone, si chiede con forza di salvaguardare i diritti umani, soprattutto delle persone con disabilità, attraverso strategie e politiche turistiche adeguate. Per il pianeta, vengono invece segnalate le questioni dello spreco alimentare, dell’inquinamento da plastica, della mitigazione dei cambiamenti climatici e della conservazione della biodiversità. Infine, per la prosperità, i giovani partecipanti chiedono di ridurre la povertà, migliorare le competenze digitali e creare maggiori opportunità di lavoro.