Torre del Greco. Ha scelto un ristorante di via Litoranea per ufficializzare ai potenziali alleati del futuro – in larga parte, esponenti dell’attuale maggioranza guidata dal sindaco Giovanni Palomba – la propria disponibilità a riprovare, dopo la bruciante sconfitta del 2018, l’assalto alla fascia tricolore.
Tra un calamaretto e una triglia, l’ex forzista Luigi Mele – saltato a febbraio del 2021 sulla carovana del buongoverno di palazzo Baronale – ha deciso di rompere gli indugi e di iscrivere il proprio nome alla prossima corsa alle urne: «Se volete, ci sono per portare avanti il lavoro avviato in questi mesi», la proposta lanciata dal delegato all’ambiente al tavolo.
Un tavolo intorno a cui erano riuniti – insieme a Salvatore Antifono e all’ex consigliere comunale Mario Buono, a rischio processo per l’ultimo filone giudiziario dello scandalo voto di scambio – diversi fedelissimi dell’attuale primo cittadino: a partire da Antonio D’Ambrosio e Pasquale Brancaccio – arrivato in compagnia dell’assessore Giuseppe Speranza – fino al «pastorello» Michele Langella e a Luigi Buovolo, marito della «pasionaria» Carmela Pomposo. A chiudere l’elenco dei consiglieri comunali, il capitano Antonio Spierto e Carmine Gentile.
Tutti piuttosto «freddi» davanti all’ipotesi della (nuova) discesa in campo di Luigi Mele. Perplessità espresse senza particolari giri di parole proprio da Michele Langella: «Il mio sindaco è Giovanni Palomba – le parole del paladino delle periferie – sia adesso sia in futuro».
Un primo «no» incassato con disinvoltura dall’ex forzista: «Fino a oggi, Giovanni Palomba ha sempre affermato di non essere interessato al bis – sottolinea Luigi Mele -. Casomai dovesse cambiare idea, faremo le opportune valutazioni. Al momento, il mio obiettivo era solo ufficializzare la mia disponibilità a una candidatura a sindaco e aprire un dialogo politico con chiunque fosse interessato a portare avanti un progetto di rilancio della città».
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