Il gip Fernanda Iannone del Tribunale di Torre Annunziata ha attenuato la misura cautelare del carcere emessa nei confronti di Ciro Amodio, 49 anni, il “datteraio” sotto processo insieme con altri pescatori con l’accusa di avere provocato “alterazioni irreversibili dell’ecosistema marino e del sistema costiero, danni permanenti dovuti all’escavazione ed all’asportazione di interi pezzi di roccia frammentata, morte di milioni di organismi e micro-organismi”. Il giudice ha disposto i domiciliari per il 49enne, che è difeso dagli avvocati Raffaele Chiummariello e Giuliano Sorrentino.
La condanna più dura chiesta dal sostituto procuratore Antonio Barba e dal procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli riguarda proprio Amodio: dodici gli anni. Dieci anni sono stati chiesti per Luigi Auletta 52 anni, Salvatore Libero 61 anni, Francesco Mosca 51 anni, Antonio Del Gaudio e Vincenzo Viola 41 anni di Torre Annunziata. Per Raffaele Auletta, 33 anni di Sant’Antonio Abate, chiesti otto anni, come per Catello Massa, 52 anni, stabiese. Sei anni e sei mesi per Luca Visco, quarantenne di Castellammare. Sei anni per Diego Visone 41 anni Napoli. Cinque anni e quattro mesi per Carolina Balzano 43 anni di Boscoreale, quattro anni per Mario Acquaviva. La sentenza processo che si sta celebrando con il rito abbreviato è prevista per ottobre.