Cinque collaboratori di giustizia aiutano gli inquirenti a ricostruire tutti i rapporti e gli affari di tre clan. E tra questi preziose sono le ultime dichiarazioni rese da due collaboratori. Il pri...
Cinque collaboratori di giustizia aiutano gli inquirenti a ricostruire tutti i rapporti e gli affari di tre clan. E tra questi preziose sono le ultime dichiarazioni rese da due collaboratori. Il primo è Pietro Izzo, il secondo, invece, per la prima volta, è una donna. Si tratta di Rosa Palumbo: la donna era addetta all’attività di spaccio per conto della famiglia Pallonetto, legata al clan dei Gionta. Proprio Rosa Palumbo diventa una delle collaboratrici che fornisce agli inquirenti elementi anche su alcuni omicidi, persino un ultimo recente. Ed è lei a raccontare il ruolo rivestito in particolare da MariaNeve Chierchia, Quest’ultima veniva chiamata negli ambienti «la boss». Quest’ultima spacciava grazie alla collaborazione con Giorgio Scaramella, Antonio Cirillo, Lustri Felice e Riso Rosa (tutti raggiunti dall’ordinanza di ieri) E ancora spunta il nome di Pietro Izzo, anch’egli uno degli ultimi collaboratori di giustizia che racconta dell’incontro in carcere con Giuseppe Carpentieri nel 2019 «fu trasferito temporaneamente a Secondigliano dal carcere di Prato – dice – e messo con noi nel reparto Ligure e durante il passaggio riuscivamo a parlare dalla finestra». Nei loro discorsi anche il racconto relativo proprio all’agguato di morte scampato per Giuseppe Carpentieri che si trovava sul terrazzo di casa quando fu raggiunto da una raffica di colpi. Scampò alla morte nascondendosi dietro un’antenna. Tra i collaboratori ci sono anche i nomi di Nasto, Luppo, Michele Palumbo. Una indagine dove i riscontri sono stati così effettuati incrociando anche le parole e i verbali fiumi dei collaboratori di giustizia.