Torre del Greco. Il suo cuore si è fermato al termine di una lunga e dolorosa malattia in un lettino d’ospedale, portando con sé tutti i residui misteri del grande crac all’ombra del Vesuvio e l...
Torre del Greco. Il suo cuore si è fermato al termine di una lunga e dolorosa malattia in un lettino d’ospedale, portando con sé tutti i residui misteri del grande crac all’ombra del Vesuvio e lasciando irrisolte diverse vicende giudiziarie legate al fallimento della Deiulemar compagnia di navigazione. Esattamente come era successo, dieci anni prima, allo storico «capitano» dell’ex colosso armatoriale di Torre del Greco. Da cui Giovanna Iuliano ha evidentemente ereditato non solo il nome, ma anche le ultime volontà: provare a chiudere nel migliore dei modi possibili i conti con gli obbligazionisti travolti dal fallimento da 800 milioni di euro della «Parmalat del mare».
L’ipotesi transazione
La prematura scomparsa di Giovanna Iuliano ha lasciato in sospeso la questione del trust da 11 milioni di euro riconducibile all’erede del capitano, di cui sono beneficiari i figli. Un trust finito in passato al centro di diverse ipotesi transattive – sempre respinte al mittente dai rappresentanti dei creditori – e tornato d’attualità all’inizio del 2022. Quando, in scia alla proposta avanzata dalla Bsi Corporation per conto di 5 trust legati a doppio filo agli eredi di Giovanni Battista Della Gatta, i legali di Giovanni Iuliano avevano provato a riaprire la trattativa per raggiungere un accordo con la curatela fallimentare della società di fatto. Una trattativa delicata e complicata, perché articolata su un doppio binario: convincere la curatela fallimentare e – al tempo stesso – i proprietari del trust, completamente autonomi rispetto ai beneficiari.
Le ultime volontà In punto di morte, Giovanna Iuliano avrebbe ribadito la propria volontà di tendere una mano agli ex obbligazionisti attraverso un’ipotesi di transazione al 70%, la stessa percentuale offerta dalla Bsi Corporation per i cinque trust del valore complessivo di 70 milioni. I legali dell’erede del «capitano» avrebbero già raccolto la disponibilità dei figli – beneficiari del trust – a portare avanti l’ipotesi di transazione, con tutte le difficoltà di una trattativa incancrenita dal tempo e dalle variabili degli ultimi anni
La frenata di maggio
D’altronde, la stessa transazione con la Bsi Corporation si è arenata alla luce dei «paletti» posti dal gestore dei cinque trust riconducibili agli armatori-vampiri. A fine maggio, infatti, il comitato dei creditori della Deiulemar compagnia di navigazione ha «congelato» la trattativa avviata in primavera: «I soldi devono arrivare subito oppure niente accordo», la condizione dei rappresentanti dei circa 13.000 risparmiatori travolti dal crac da 800 milioni di euro dell’ex colosso economico di via Tironi. In ballo ci sono 50 milioni di euro, a cui adesso gli eredi di Giovanna Iuliano vorrebbero «aggiungere» il 70% del proprio trust.
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