Se la morte piomba tra le luci sfavillanti delle giostre nella domenica delle Palme, se la barba di un ragazzo non avrà più il tempo di diventare folta, se due quindicenni sono accusati di omicidio volontario, allora è tempo di chiedersi che senso ha la nostra esistenza in un mondo che gira all’incontrario.
Un luna park dovrebbe essere un paradiso di divertimento e s’è trasformato in un inferno; un 19enne dovrebbe sognare un futuro radioso e invece è steso in una bara dentro un obitorio con un taglio al cuore; due 15enni dovrebbero essere poco più che bambini e invece hanno impugnato un coltello colpendo una, due, tre, sette volte. Nulla ha senso in questa storia senza umanità, e nulla ha senso in una società indifferente, rassegnata ed assuefatta al male.
Istituzioni, scuola, borghesia: pochi lottano, tanti si voltano dall’altra parte. E così ci stiamo avvitando in una spirale paurosa e brutale, stiamo rinunciando a diffondere ideali e buoni esempi, stiamo rinunciando a combattere, stiamo scegliendo di non insegnare ai giovani il valore della vita, stiamo decidendo che in questa terra debba urlare solo il crimine e la camorra.
Nel frattempo l’asticella della bestialità continua a fare scatti in avanti. E domenica sera è esplosa in un luna park. Giovanni Guarino è morto per nulla. Come Maurizio Cerrato, Antonio Morione e tanti altri prima di loro. Gli altri, i sopravvissuti, per paura, comodità o interessi si spingo dentro un mondo che sembra inviolabile e invece non lo è per nulla. Se l’inferno può piombare in un luna park allora può piombare ovunque.