«Apprendiamo dal quotidiano Metropolis che nel corso della campagna elettorale per le amministrative del 2013 un soggetto non meglio specificato avrebbe chiesto sostegno elettorale ai referenti della...
«Apprendiamo dal quotidiano Metropolis che nel corso della campagna elettorale per le amministrative del 2013 un soggetto non meglio specificato avrebbe chiesto sostegno elettorale ai referenti della consorteria criminale dei D’Alessandro. Tale indiscrezione sarebbe emersa dalle indagini chiuse pochi giorni fa per l’inchiesta Cerbero. Il Partito Democratico Stabiese chiede che venga fatta piena luce. Le accuse mosse sono inquietanti e di una gravità estrema». A poche ore dalla pubblicazione dell’articolo che tira in ballo un esponente del Pd che avrebbe avuto contatti con un ras del clan D’Alessandro, i vertici locali dei dem chiedono chiarezza. «Non faremo come le altre forze politiche, che a fronte di notizie simili hanno taciuto, sminuendo quanto accertato dalle forze dell’ordine come fatti di poca importanza, non siamo tutti uguali e rimarchiamo con forza la nostra diversità. La storia del nostro partito è sempre stata chiara e netta nel contrastare ogni tipo di fenomeno delinquenziale di infiltrazione e condizionamento» scrivono i vertici del Pd. «Ribadiamo con forza, alla luce di quanto emerso, che non faremo sconti a nessuno, qualora dovessero emergere responsabilità di soggetti legati al nostro partito non esiteremo a prendere provvedimenti di espulsione» conclude la nota del Pd. Una vicenda che viene ripresa anche dal centrodestra: «Le notizie secondo cui nel 2013 il Pd chiese aiuto ai clan, dimostra quel che diciamo da tempo. Le ragioni dello scioglimento di Castellammare hanno radici profonde, le stesse che portarono il centrosinistra a vincere al ballottaggio quell’anno. Oggi dopo le rivelazioni però, a sinistra nessuno parla e nessuno prende le distanze. La sinistra della doppia morale ha avuto la sua vittima sacrificale. Noi invece vogliamo davvero capire cosa accadde in quegli anni, e chi era il regista politico dell’accordo con la criminalità» l’atto d’accusa di Fulvio Martusciello coordinatore regionale vicario di Forza Italia.