Castellammare. “Questo è quello che succede al pronto soccorso di Castellammare”. La frase stampata su un foglio A4 accompagna una pen drive spedita alla redazione di Metropolis in una busta gialla con sopra Il nome di un mittente fasullo legato e un indirizzo di Ercolano al quale corrisponde un deposito.
Nella pennetta ci sono quattro file video in formato “punto avi” che durano pochi secondi ognuno e hanno contenuti scabrosi, chiari ed inequivocabili. Due operatori sanitari si lasciano andare ad effusioni prima e a rapporti sessuali all’interno di una stanza dell’ospedale dj Castellammare di Stabia, l’ospedale della provincia più affollato, che da solo conta duecento accessi ogni giorno e ovviamente decine e decine di ricoveri in codice rosso, pazienti in bilico tra la vita e la morte che arrivano da ogni angolo del territorio.
Soprassediamo sulla descrizione dei video, sullo squallore delle immagini, non su un comportamento deplorevole, irrispettoso dei pazienti, offensivo per tutti i medici e gli infermieri che si dannano l’anima per garantire assistenza e cure in una trincea sanitaria che, come tante altre, convive con le mille emergenze della sanità campana.