Il clan dei Gionta trema. C’è un nuovo pentito che sta parlando con i pm dell’Antimafia. Un ex soldato della cosca dei Valentini che ha deciso di voltare le spalle alla camorra, svelando i segret...
Il clan dei Gionta trema. C’è un nuovo pentito che sta parlando con i pm dell’Antimafia. Un ex soldato della cosca dei Valentini che ha deciso di voltare le spalle alla camorra, svelando i segreti del sodalizio criminale e collaborare con lo Stato. Una collaborazione appena all’inizio ma che avrebbe già portato i suoi primi frutti investigativi. Armi, droga e omicidi al centro dei racconti del super pentito. Vicende di cui è stato diretto protagonista, come dimostrano inchieste, arresti e sentenze di questi ultimi anni. E’ stato arrestato in più occasioni, è finito in manette nei maxi-blitz e infine è stato condannato per reati di armi, droga ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. Un nome legato al clan perché considerato tra le figure apicali della cosca specializzata in racket e spaccio. La decisione di collaborare sarebbe maturata qualche settimana fa, quanto basta per disporre il trasferimento dal penitenziario di Poggioreale dove era stato recluso, in un’altra struttura penitenziaria. Un protocollo obbligatorio per il quale è stata disposta anche la vigilanza privata ad alcuni suoi familiari. E infine il trasferimento urgente avvenuto, proprio ieri mattina, dei parenti stretti da Torre Annunziata ad una località protetta. L’ennesima conferma del fatto che quell’uomo è pronto a raccontare tutti i segreti della criminalità organizzata di Torre Annunziata e con molta probabilità anche gli intrecci tra camorra e politica. Un punto caldissimo, sopratutto alla luce delle ultime inchieste dell’Antimafia. A cominciare dall’indagine che ha portato all’esecuzione di un decreto di perquisizione per nove ex politici, tutti accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso per i loro rapporti con Salvatore Onda, nipote del boss ergastolano Umberto, a sua volta considerato figura apicale dei Valentini. Ecco perché il nuovo pentito viene considerato per la magistratura una figura importante. A spingere l’ex soldato dei Gionta a collaborare con lo Stato, forse la paura, dopo quasi cinque anni di carcere, o anche l’assenza di sostentamento da parte del clan. Isolato, come capita a tutti i detenuti finiti in cella con accuse pesanti. Camorristi destinati a trascorrere la loro esistenza dietro le sbarre. Così la decisione di iniziare a raccontare tutto. Già tre gli interrogatori ai quali sarebbe stato sottoposto e nei quali ha svelato una serie di retroscena. Dall’affare droga al giro di estorsioni in città. Pagine e pagine di verbali zeppi di dettagli che gli investigatori stanno ora accertando cercando riscontri e indizi. Trovare conferme alle sue parole stabilirà così l’affidabilità o meno del collaboratore. Il traffico di armi al primo posto. Kalashnikov, pistole e bombe usate per la guerra tra clan. E ancora la questione pizzo in città, il giro delle riscossioni delle tangenti ai commercianti ostaggio del pizzo. Ma potrebbero spuntare elementi anche legati ad omicidi mai svelati della sanguinosa guerra che ha travolto la città in questi decenni. Per ora gli inquirenti vanno con i piedi di piombo. Ma i fortini della camorra di Torre Annunziata potrebbero essere presto spazzati via da un nuovo terremoto giudiziario.