Una partita nel fango per beneficenza, in un campetto di calcio ad Acerra (Napoli) sotto la pioggia ma con in campo Diego Maradona. E’ questo lo spunto avvenuto, a cui Tommaso Mandato e Gabriella Simoni hanno dedicato rispettivamente un libro e un docufilm, per raccontare Maradona in una giornata indimenticabile. “Il centravanti in giacca e cravatta” è il volume di Mandato, mentre “La partita nel fango” è il film della giornalista Simoni, entrambi presentati oggi a Napoli al Maschio Angioino, in una platea ricca di nostalgici ma anche dell’ex presidente Corrado Ferlaino e dello scrittore Maurizio de Giovanni. “Quella avventura di Maradona – racconta Ferlaino – nacque per una serie di combinazioni, lui lo volle e si fece. Io lessi la cosa sui giornali, sulla partita di Acerra non sapevo niente ma non mi arrabbiai. Maradona amava il calcio, giocava a Posillipo con il fratello e con altre persone anche di sera, voleva stare nel calcio e bisognava accettarlo come era. Con tutti i giocatori quando ero presidente ho sempre avuto qualche problema, ogni giocatore ha la sua mentalità e il cervello ma devo dire che Maradona è stato uno dei migliori anche su questo aspetto, non mi ha mai dato problemi veri, voleva andare in campo e vincere sempre”. Un grande del calcio che è ormai un segno della storia della città, come sottolinea de Giovanni: “Maradona è un elemento diventato cardinale nella cultura napoletana – spiega – una città che ha il suo pantheon in cui crea per valore oggettivo di essere elemento di napoletanità come è diventato Diego. Oggi se vai da Sudamerica, in Russia o in Cina e dici di essere napoletano useranno con te due parole, pizza e Maradona. Ma per i napoletani Maradona è un elemento narrativo per la città, ed è un dovere per la generazione che c’era raccontare di Diego ai giovani arrivati dopo, per questo sono felice di aver fatto con Mandato un percorso per leggere e creare un legame con la generazione che non c’era”. Lo scrittore napoletano ricorda la partita di Acerra come un segnale che “Maradona è stato scugnizzo, non è mai stato così tanto Diego come quando è andato a giocare nel fango ad Acerra. Perché lui giocava, noi oggi invece sul calcio usiamo parole sul business, sui milioni mentre Maradona non ha mai perso lo spirito del gioco, si divertiva e faceva divertire, non c’era serietà o sguardi truci. Dopo di lui in questo ho visto solo il Pocho Lavezzi quella stessa fantasia del gioco”. Un’avventura raccontata da Simoni che sottolinea come “la partita di Acerra racconta l’amore tra Maradona e la città e l’amore di Napoli per Diego. Un episodio a cui ha creduto chi lo ha fatto fare a me, che non sono di Napoli ma ho incontrato tante persone che sono state con me sinceri con materiale e racconti. E’ stata una grandissima avventura”. Un’avventura che, sottolinea Mandato, testimonia come “per Maradona – dice – rimane l’amore della città, una grande emozione che viene ben raccontata. Noi a Napoli e nel mondo conosciamo i valori atletici e calcistici di Maradona ma forse è stato messo poco in risalto il vero cuore di Maradona e questa partita di Acerra rappresenta davvero il cuore di Maradona”.
SPORT
22 febbraio 2022
Maradona nel fango di Acerra diventa un libro