Torre del Greco. «Il consiglio comunale non può ulteriormente e passivamente assistere a un così grave degrado senza diventare complice di un’inaccettabile inerzia delle istituzioni, a tutto danno della comunità e dei cittadini». Sono le motivazioni alla base della mozione di sfiducia presentata dall’opposizione di palazzo Baronale per mandare anzitempo a casa il sindaco Giovanni Palomba e la sua carovana del buongoverno: il documento sarà protocollato alle 13 di giovedì, quando la minoranza conta di raggiungere le nove firme necessarie per la convocazione di una seduta monotematica dell’assise. In attesa delle scontate adesioni della pentastellata Santa Borriello e della «ribelle» Luisa Liguoro, la mozione di sfiducia può contare già sul sostengo di cinque consiglieri comunali: il grillino Vincenzo Salerno, i tre ex dissidenti – il soldato Luigi Caldarola, il casilliano Vittorio Guarino e il camaleonte Ciro Piccirillo – e il «traditore della maggioranza» Gaetano Frulio.
Lo sfogo del sindaco
Sulla firma del presidente del consiglio comunale – autodefinitosi «super partes» durante l’ultima seduta dell’assise – in calce alla mozione di sfiducia si è soffermato lo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio: «Finalmente viene giù la maschera – l’affondo di Giovanni Palomba -. Il presidente del consiglio comunale sfiduciato già al momento della sua votazione adesso vuole provare a sfiduciare chi aveva sostenuto la sua candidatura come capo dell’assise». Un «errore politico» in passato già commesso dall’avvocato Gennaro Malinconico, poi costretto a rassegnare le dimissioni: «Evidentemente, certi personaggi non vogliono il bene di Torre del Greco – rincara la dose il primo cittadino -. A fine dicembre, Gaetano Frulio aveva lasciato la maggioranza e aveva annunciato di essere pronto a votare atto per atto. Ora sottoscrive la mozione di sfiducia senza peraltro rassegnare le dimissioni da capo dell’assise, dimostrando di essere attaccato a una carica pagata con i soldi dei contribuenti». In riferimento poi alle «gravi inadempienze programmatiche» richiamate all’interno della mozione di sfiducia, Giovanni Palomba non perde l’occasione per sottolineare il «tempismo» di Gaetano Frulio: «Dispiace registrare come voglia staccare la spina all’amministrazione comunale proprio nel momento in cui sono in dirittura d’arrivo importanti progetti per la città – sottolinea il sindaco -. Penso in primis al piano di rilancio del porto, portato avanti con i consiglieri regionali Loredana Raia e Mario Casillo. Per imprecisate e sconosciute ambizioni personali, si rischia di compromettere progettualità-chiave per Torre del Greco: trovo inaccettabile e vergognoso un atteggiamento del genere. D’ora in avanti non mi siederò più al suo fianco in consiglio comunale». Insomma, benzina sul fuoco in attesa della «prova della verità» in aula.
Le nove firme
Per arrivare in assise la mozione di sfiducia deve essere sottoscritta da nove consiglieri comunali. Gli attuali cinque firmatari – virtualmente sette, considerando Santa Borriello e Luisa Liguoro – dovrebbero recuperare le adesioni di Valerio Ciavolino e della coppia formata da Salvatore Gargiulo e Simone Gramegna. Da verificare, infine, la posizione dell’ex vicesindaco Romina Stilo e di Carmela Iacomino – moglie del commissario cittadino dei Forza Italia – entrate in «rotta di collisione» con i colleghi dell’opposizione sulla strategia relativa al piano carburanti approvato durante l’ultimo consiglio comunale. In ogni caso, la mozione di sfiducia sbarcherà in aula per la discussione entro fine febbraio. In tempo utile – in caso di raggiungimento dei 13 voti necessari a mandare a casa il sindaco e la sua attuale maggioranza – per tornare alle urne già nel 2022.
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