Presto anche i bambini più piccoli, sotto i 5 anni di età, potranno essere vaccinati contro il virus SarsCoV2: uno scenario che potrebbe concretizzarsi già dalla prossima primavera. Ad indicare l’orizzonte temporale di questo ulteriore passo nella campagna vaccinale anti-Covid è il coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts) Franco Locatelli, mentre sempre sul fronte dei vaccini arriva una frenata da parte dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema) rispetto all’opportunità di somministrazione un secondo booster, ovvero una quarta dose vaccinale.
A fronte di una flessione generale della curva dei contagi nelle ultime settimane, proprio la fascia dei bambini in età scolare rappresenta un’eccezione. Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, infatti, nell’ultima settimana i casi in età scolare sono aumentati dal 24%, di sette giorni fa, al 30%, ed il 18% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nei bambini sotto i 5 anni. Ed i pediatri ricordano come anche tra i bambini si verifichino dei casi gravi e ricoveri in intensiva. Da qui l’importanza di poter vaccinare pure gli under5. Ed ora i tempi si stringono: “All’inizio della primavera potrebbe essere a disposizione in Italia il vaccino anti Covid per la fascia di età 0-5 anni”, ha spiegato Locatelli sottolineando che anche in questo caso saranno previste due dosi e ci sarà un dosaggio “ulteriormente ridotto” rispetto a quello che viene proposto per i bambini tra 5 e 11 anni. “Direi che potrebbe essere ragionevole – ha detto – ipotizzare l’orizzonte dell’inizio della primavera per avere questi vaccini a disposizione, dopo che le agenzie regolatorie avranno dato il via libera”.
Tuttavia, per i bambini di poco più grandi della fascia 5-11 anni, le vaccinazioni procedono con ritardo: negli ultimi sette giorni, rileva la Fondazione Gimbe, si è infatti registrato un ulteriore crollo dei nuovi vaccinati con un – 23,4%. E se sono ancora 2,46 milioni i bambini nella fascia 5-11 senza nemmeno una dose di vaccino, un nuovo allarme arriva anche per le donne in gravidanza. Secondo la rilevazione della Fiaso su 8 ospedali sentinella, infatti, nell’ultima settimana una donna su 4 ha partorito con il Covid. In sette giorni la percentuale di donne positive entrate in sala parto è cresciuta dal 16% al 26%. Tra le positive al momento del parto, il 49% non era vaccinato, ed analizzando la condizione vaccinale di tutte le partorienti, positive e non, è risultato che il 45% non aveva fatto la profilassi nonostante sia raccomandata. Intanto, sempre sul fronte della campagna vaccinale, un’indicazione netta è giunta dall’Ema in merito al secondo booster.
Al momento, ha affermato il capo della strategia vaccinale dell’Ema Marco Cavaleri, “ci sono prove insufficienti da parte dei trial clinici o dal mondo reale a supporto di una raccomandazione sulla popolazione generale” del secondo booster. L’Ema ha anche comunicato di aver avviato la valutazione per l’estensione della dose booster con il vaccino Moderna agli adolescenti di 16 e 17 anni e si attende di ricevere a breve una simile richiesta per la dose booster nella fascia tra i 12 e 15 anni. Attualmente in Italia per questa fascia d’età si utilizza per il booster solo il vaccino Pfizer: l’Aifa lo scorso 5 gennaio aveva dato l’autorizzazione alla dose booster per la fascia 12-15 anni dopo averla già autorizzata per i ragazzi di 16-17 anni. Inoltre, sempre l’Ema ha annunciato che presto potrebbero venire autorizzati due nuovi vaccini anti-Covid in Europa, Valneva e Sanofi Pasteur.