Portici. Per lo Stato erano in difficoltà economica e disoccupate. Quindi, avevano «diritto» al reddito di cittadinanza voluto dal M5S per «cancellare la povertà in Italia e – in particolare – al Sud. Ma lo «strumento» creato dai pentastellati si è rivelato un boomerang per i veri indigenti di Portici, perché i soldi del reddito di cittadinanza venivano «investiti» dalla holding dell’usura della città della Reggia per i prestiti a strozzo.
E’ l’ultimo retroscena emerso dalle indagini condotte dai carabinieri della locale stazione – delegati dalla procura di Napoli – a carico delle quattro «cravattare», una madre e tre figlie, pronte a imporre tassi d’interesse fino al 75% per il prestito di somme di denaro variabili tra i 200 euro e i mille euro.
Tre delle quattro donne finite in manette nell’ambito dell’inchiesta per usura e estorsione, infatti, sono risultate percettrici del reddito di cittadinanza. Il dato è emerso dalle verifiche sulle posizioni economiche delle donne effettuate proprio dai carabinieri della compagnia di Torre del Greco guidata dal capitano Andrea Leacche.
I militari dell’Arma hanno chiesto alle autorità competenti la sospensione del beneficio economico.
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