“Al momento sulla Omicron e la sua resistenza al vaccino non ci sono dati. Per ora quindi non ci sono elementi per pensare a vaccini nuovi ma tutti noi, i diversi centri, stiamo studiando il nuovo virus, molto diverso dai precedenti”. Così Antonio Limone, direttore dell’Izsm (Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno) racconta il monitoraggio che l’istituto fa in Campania insieme col Tigem e col Cotugno su una mutazione Omicron del Covid che, spiega Limone, ha “trenta elementi di mutazione genetica, altre varianti ne avevano molte meno. Questa modifica può anche uscire dal vaccino, per ora non sappiamo, bisogna prendere persone che hanno preso Omicron anche se hanno fatto il vaccino e studiarle”. Uno studio che continua dagli 800.000 tamponi fatti negli istituti campani: “Siamo consapevoli che dobbiamo studiare le mutazioni generiche del virus, che se non lo osserviamo non riusciamo a fare nulla, non lo precediamo e capiamo.
Dobbiamo leggere le mutazioni, per capire anche se bisogna mutuare un ulteriore vaccino”. Uno studio che i ricercatori in Campania fanno in modo approfondito: “Le varianti – sottolinea Limone – arrivano da luoghi dove non viene fatto contenimento adeguato, penso al Sudafrica, all’India, al Brasile, a tanti luoghi del mondo in cui sono meno sufficienti per il contenimento della malattia. Quindi noi dobbiamo contenere e analizzare la malattia nei Paesi terzi, pensare di stare a guardarli dalle nostre poltrone europee non va bene, perché il virus oggi fa il giro del mondo in otto ore: in queste settimane ora aggredisce i bambini, che noi avevamo previsto, perché l’obiettivo del virus è riprodursi e aggredire, non guardare quanti anni hai. Quando abbiamo scoperto Omicron, abbiamo trovato 1500 nuovi casi in Ue in pochi giorni, per questo fare sequenziamento deve valutare le varianti”.
Come Omicron: “Bisogna capire se si trasferisce più delle precedenti, se ha bisogno di ulteriori trattamenti sintomatici, capire se esce fuori dall’ombrello vaccinale. E parlo di chi ha avuto anche la terza dose che ci vuole, perché dopo cinque mesi c’è un calo degli anticorpi e devi farla, sapendo anche che la lettura degli anticorpi dipende anche da lettura corporale singole”. Limone parla anche dei provvedimenti della Regione Campania per il periodo di Natale, vietando anche di bere una birra o mangiare una focaccia insieme per strada: “Non ha torto De Luca – afferma – quando dice che facciamo parlare il commerciante insieme col pediatra sull’affrontare il covid.
Per ora non ci sono elementi per pensare a vaccini nuovi per l’Omicron, restiamo alle tre protezioni, sapendo che l’inverno porta anche a problemi respiratori, finestre chiuse e una variante molto trasmissibile. Noi non vorremmo il popolo abbrutito che vive chiuso dentro ma bisogna adottare delle precauzioni, per fare in modo che non aumentino i casi negli ospedali, perché se la malattia dilaga, siamo sicuri di fare ancora prestazioni, sapendo che esiste sempre l’oncologia e tutto il resto? Io penso che la solidarietà umana debba guardare alla società globale. Se ognuno avesse un comportamento che fa dilagare della malattia porta gli ospedale a non avere più le condizioni per le altre malattie, quindi non è bello perdere la libertà ma se ha danno per un’altra va conservata”.