Torre del Greco. «I fiumi sono nastri trasportatori di rifiuti plastici dai centri urbani fino al mare. Secondo studi recenti, circa l’80% delle microplastiche ha origine in ambienti terrestri e da lì, trasportata principalmente dai fiumi, arriva nei mari di tutto il mondo». A scriverlo sono gli studenti dell’istituto superiore Eugenio Pantaleo iscritti alla terza A dell’indirizzo Bio-ambientale e ala quarta A del corso Bio-sanitario che stanno partecipando a «Green Guards-Sentinelle sul territorio», il progetto ambientale promosso dall’istituto diretto dal dirigente scolastico Giuseppe Mingione e dall’assessorato alla pubblica istruzione guidato da Enrico Pensati.
Un progetto entrato nella fase più importante, che si concluderà a fine dicembre con la presentazione degli elaborati dei vincitori della sfida «Cinquanta brillanti idee per guarire e proteggere la Terra». Nel corso di questo progetto – portato avanti sotto il coordinamento della docente Valentina Bizzarro – i ragazzi hanno partecipato anche a un ciclo di campionamento delle microplastiche presenti nelle acque del Sarno, il fiume ripetutamente «sott’accusa» per i veleni trasportati fino a mare, alla foce al confine tra Torre Annunziata e Castellammare. Gli studenti si sono recati direttamente alla sorgente e alla foce del corso d’acqua considerato il più inquinato d’Europa per recuperare con i mezzi realizzati direttamente da loro i campioni d’acqua che hanno poi analizzato.
I prelievi sono stati effettuati alle sorgenti «Rio Foce» e «Santa Marina» presso la Masseria Pigliuocco e poi alla foce. «Le rilevazioni – spiegano gli studenti in una relazione – sono state effettuate grazie all’ausilio di un retino a ‘manta’ con rete a maglia sottile, costruito per navigare nello strato superficiale del fiume, trattenendo il materiale d’interesse. La ‘manta’ era costituita da una cassetta di plastica da cui si diparte il cono di rete (ottenuto utilizzando un velo da sposa) e un barattolo raccoglitore finale. Due bottiglie vuote, esterne alla bocca, lo mantengono in galleggiamento».
In laboratorio i ragazzi hanno accertato che il materiale visibile all’occhio umano recuperato alla sorgente era essenzialmente composto da alghe; quello alla foce era costituito da alghe, insetti, ramoscelli e altri materiali. «Attraverso vari esperimenti – concludono le sentinelle dell’ambiente – abbiamo scoperto la presenza di varie sostanze che rendono il ph dell’acqua leggermente basico e appurata la presenza di microplastiche». Al microscopio tra i microrganismi acquatici sono stati osservati parameci e piccoli crostacei.
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