Una fabbrica clandestina, in un immobile abusivo all’ombra del Vesuvio. Lo scheletro di una palazzina, sequestrata dalla procura di Nola anni fa e abbandonata al degrado. L’ennesimo scempio bloccato dopo aver piazzato i pilastri era stato adibito a centro per la produzione di materiali pirotecnici. E la banda, sgominata dagli uomini della guardia di finanza di Nola che ha stretto le manette ai polsi di tre persone, aveva anche realizzato centinaia di botti illegali pronti a finire sul mercato nero e sulle bancarelle che da qui a qualche settimana compariranno per le città del Vesuviano. Nonostante i divieti imposti dalla Regione Campania e le campagne di sensibilizzazione per l’utilizzo responsabile di materiali pirotecnici, ogni anno il mercato nero incassa centinaia di migliaia di euro dalla vendita di botti illegali. Così stava accadendo anche tra Ottaviano e Nola, a Piazzolla, una frazione che fa da cerniera tra il Vesuviano e l’Agro Nolano, dove era stata allestita una vera e propria fabbrica clandestina per la produzione e il confezionamento di petardi fuorilegge. Lo scheletro di quella palazzina, sventrata dai sequestri della procura in un’inchiesta per abusivismo edilizio, era diventata il luogo perfetto in cui produrre centinaia di botti. Parte dell’immobile era diventato una sala di produzione, un’altra era dedicata all’inscatolamento dei prodotti. Decine di scatole erano già riempite di petardi potenzialmente pericolosi. Il blitz ha evitato che quella struttura potesse saltare in aria, i fuochi artificiali e la polvere pirica erano custodite in totale spregio delle misure di sicurezza indicate dalla legge. Al momento dell’irruzione nella fabbrica clandestina, le Fiamme Gialle hanno trovato numerosi macchinari, oltre una tonnellata di artifizi pirici pronti per essere immessi sul mercato e migliaia di prodotti utili per il confezionamento. Oltre a ciò sono stati trovati e sequestrati quasi 5 quintali di polvere pirica. Tra i botti sequestrati, molti avevano marchio “CE” contraffatto; altri erano confezionati con la scritta “D10S” e con i colori della Nazionale argentina. Una «bomba di Maradona» che avrebbe invaso bancarelle e mercati paralleli per l’acquisto dei botti. Anche gli esami sul materiale sequestrato, effettuati con l’ausilio di personale specializzato dell’Esercito, hanno confermato una composizione particolarmente instabile, pericolosa e altamente esplosiva della polvere pirica. Il blitz delle fiamme gialle ha, così, potuto scongiurare una potenziale tragedia, tenuto conto che la produzione clandestina avveniva in totale dispregio delle severissime misure di sicurezza del settore. Per la guardia di finanza di Nola la fabbrica clandestina smantellata ieri mattina era in piena attività, visto anche il periodo di avvicinamento al Capodanno. In manette sono finite tre persone, accusate di essere parte della banda dei botti che agiva tra i comuni di Ottaviano e Nola. Dovranno rispondere delle accuse di detenzione e omessa denuncia di materiale esplodente.
CRONACA
3 dicembre 2021
Nella fabbrica clandestina dei botti tra Nola e Ottaviano trovati i petardi di Maradona