Torre del Greco. «La mancata installazione delle luci di Natale rappresenta solo la punta dell’iceberg dei fallimenti messi in fila dall’amministrazione comunale guidata da Giovanni Palomba». Non usa giri di parole Salvatore Romano, il segretario cittadino del «Pd ufficiale» come tiene a sottolineare per prendere le distanze dai «pezzotti» saltati sulla carovana del buongoverno uscita vincitrice dalle avvelenate elezioni del 2018. «Dietro la questione luminarie si nasconde tutta l’incapacità politica di una coalizione litigiosa e inconcludente – rincara la dose l’ex consigliere comunale d’opposizione a Ciro Borriello -. Pronta, addirittura, a strumentalizzare le fasce deboli per provare a mascherare l’ennesimo disastro».
Un chiaro riferimento alla decisione di «convertire» i 270.000 euro destinati per le luci di Natale in voucher per i poveri: «Ferma restando l’assoluta necessità di aiutare chi è in difficoltà – la premessa di Salvatore Romano – non bisogna dimenticare come, allo scopo, c’erano già 600.000 euro stanziati dal governo guidato da Mario Draghi con il decreto Sostegni-bis. Fortunatamente, a Torre del Greco la maggioranza della popolazione non si trova in condizioni di indigenza e avrebbe meritato di respirare un’aria di festa dopo un anno così complicato sotto il profilo sanitario: penalizzare così chi lavora e paga regolarmente le tasse è un’ulteriore mortificazione per migliaia di cittadini. Non funziona così la gestione dei soldi pubblici, bisogna avere rispetto per tutti».
Una mancanza registrata non solo in occasione delle prossime festività: «D’altronde, la “vera” attenzione dell’amministrazione comunale alle fasce deboli è tutta racchiusa nel pasticcio del piano sociale di zona – l’affondo del segretario cittadino del Pd – Non si possono privare bambini e anziani di servizi essenziali, come asili nido o assistenza domiciliare. A questa amministrazione comunale manca, a dispetto della presenza di diversi professionisti, un’adeguata preparazione e una capacità di programmazione: non oso immaginare cosa potrà accadere per l’eventuale gestione dei fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza, quando serviranno progetti e non chiacchiere».
Eppure, il sindaco già pensa a un secondo mandato: «Il solo pensiero mi mette i brividi – conclude il leader locale dei democrat – Giovanni Palomba deve prendere atto di essere arrivato al capolinea, non è riuscito neanche a garantire l’ordinario come si impegnò in campagna elettorale. Fino a oggi, abbiamo assistito a uno stucchevole vivacchiare capace di mettere in ginocchio la quarta città della Campania».
Infine, un messaggio ai sostenitori sotto traccia dello storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio, a partire dagli «illustri» esponenti istituzionali fino ai «pezzotti» del Comune: «Se Giovanni Palomba decidesse di ricandidarsi, non sarà mai con il Pd ufficiale».
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