La sua fuga è durata appena qualche giorno. Fino a quando, ieri pomeriggio, i carabinieri non lo hanno arrestato notificandogli quell’ordinanza cautelare per associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso e finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Accuse che sono costate il carcere a Vincenzo Di Palma,alias “Enzuccio ‘o palummiello”, nipote di Raffaele Di Somma detto ‘o ninnillo.Di Palma, per l’Antimafia, non è un affiliato qualunque. E’ considerato un uomo di punta della colonia dei D’Alessandro con base nel centro antico della città. Il suo nome, già finito al centro di diverse indagini che hanno lambito gli affari della cosca, compare in cima alla lista degli indagati per l’inchiesta Domino: la mega-indagine sugli affari del clan e sui torbidi intrecci dei D’Alessandro in municipio. Fascicolo dal quale sono nati i sospetti che hanno portato all’arrivo della commissione d’accesso a Palazzo Farnese nei mesi scorsi. Il nome di Di Palma è stato evocato, in questi anni, anche tra le le pagine di un’inchiesta che ha portato all’arresto – per tentato omicidio – di alcuni rappresentanti della famiglia Vitale, una delle dinastie impegnate nel traffico di droga nel centro storico. Secondo gli inquirenti a scatenare la furia dei pusher sarebbe stato un pestaggio ai danni di uno spacciatore dei Vitale di cui si sarebbe reso protagonista proprio Di Palma.
Il trentanovenne, nell’indagine “Domino”, è accusato di aver fatto parte del clan e di aver gestito la piazza di spaccio «in mezzo al Gesù», una delle più redditizie della città. Un ruolo importante nello scacchiere dell’affare droga gestito, per l’Antimafia, da Sergio Mosca, ‘o vaccaro, e Antonio Rossetti, ‘o guappone: entrambi condannati in primo grado per questa vicenda.Nell’operazione che a giugno del 2020 decapitò la nuova cupola di Scanzano (26 arresti in tutto tra cui i nuovi boss dei D’Alessandro) per Di Palma l’Antimafia non ottenne nessuna misura cautelare. E così a dispetto dei pesanti sospetti a suo carico il pregiudicato trentanovenne è rimasto indagato a piede libero per questa vicenda. Nei mesi scorsi, però, il pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, Giuseppe Cimmarotta ha presentato ricorso contro la decisione del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli. Il caso è così finito al Riesame che ha dato ragione alla Dda. Il 4 marzo scorso l’ottava sezione penale del tribunale delle libertà ha accolto la richiesta d’arresto per “palummiello”. La difesa dell’indagato ha però deciso di portare la questione in Cassazione.
Nei giorni scorsi la Suprema Corte ha deciso di confermare il verdetto del Riesame blindando così la misura cautelare per Di Palma. Quando le forze dell’ordine hanno provato a notificare il provvedimento all’indagato, però, il pregiudicato non si è fatto trovare presso il suo domicilio. Una fuga interrotta, però, ieri pomeriggio quando i militari dell’Arma hanno bloccato il trentanovenne a Castellammare di Stabia notificandogli quella ordinanza. Da meno di 24 ore il pregiudicato del centro antico è stato condotto in carcere.