Mentre cresce il numero delle classi in didattica a distanza – solo a Milano sono arrivate a 90; 25 in Liguria – e con diverse criticità nella gestione delle quarantene, al punto che i dirigenti scolastici che hanno preso carta e penna per scrivere, nel Lazio, al Provveditore e alla Regione, si avvicina la data delle elezioni amministrative di ottobre e con queste tornano le polemiche sull’utilizzo delle scuole come sede di seggio elettorale. “Ancora una volta la scuola viene considerata come un’appendice delle altre istituzioni, una sorta di dependance da utilizzare per fini utili non alla scuola! Dopo tanto parlare dell’importanza della didattica in presenza, della necessità di evitare ad ogni costo la DAD, ecco che si presenta l’ennesima prova dello scarso interesse del potere pubblico per la formazione dei nostri ragazzi”, lamenta il presidente dell’Associazione presidi di Roma Mario Rusconi.
La gestione delle quarantene, intanto, crea malumori all’interno delle scuole. “Tutto l’impegno di segnalazione, di rilevazione dei tracciamenti, di trasferimento delle comunicazioni, di controllo di fine quarantena ricade sulle scuole, con un carico di lavoro significativo a fronte di organici amministrativi sottodimensionati e di compiti che rientrano in modo evidente nelle competenze degli organi sanitari e non in quelli delle istituzioni scolastiche”, scrive Cristina Costarelli, preside del Liceo Newton di Roma e presidente dell’Associazione nazionale presidi del Anp Lazio. I dirigenti chiedono di convocare al più presto un tavolo tecnico per “analizzare le criticità e trovare strade sostenibili per le scuole”. Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, dal canto suo, ragiona sulla scuola del futuro, con più laboratori, sperimentazioni e spazi e annuncia che si sta scrivendo l’atto di indirizzo, in vista del rinnovo contrattuale, per la formazione continua dei docenti. “Bisogna rivoluzionare il modo di fare lezione, oltre a quello frontale. Se abbiamo ragazzi disinteressati e demotivati, dobbiamo riuscire a coinvolgerli”, concorda il presidente dei presidi italiani Antonello Giannelli. “Siamo alle porte della stagione contrattuale e si può pensare alla formazione. Per i sindacati finora è stato quasi un successo ottenere che i docenti non siano costretti a fare formazione ma si possono trovare dei sistemi incentivanti”, conclude.