Un nuovo polverone. Con una diffida con cui si preannuncia anche l’ipotesi di presentare un esposto all’autorità giudiziaria. L’estate sta finendo ma a Sorrento non si fermano le polemiche sull...
Un nuovo polverone. Con una diffida con cui si preannuncia anche l’ipotesi di presentare un esposto all’autorità giudiziaria. L’estate sta finendo ma a Sorrento non si fermano le polemiche sulle strutture extralberghiere. E’ battaglia, stavolta, sui lavori che prevedono modifiche alla capacità ricettiva di ogni singola location. Nel dettaglio, il movimento civico “Conta anche tu” e “Cittadinanza attiva Terre delle Sirene” contestano che il Comune di Sorrento, quando gli operatori extralberghieri protocollano delle Scia – le segnalazioni certificate di inizio attività – indicando una variazione del numero di posti letto disponibili, non proceda a controlli, anche di carattere preventivo, accettando la documentazione e attenendosi alla «buona fede» dei gestori delle strutture. Proprio quest’espressione è contenuta in uno degli scambi di comunicazioni avvenuto tra le due associazioni e l’ufficio Suap del Comune di Sorrento tra luglio e agosto. Della vicenda ne sono stati messi al corrente anche il comando di polizia municipale, il segretario generale del Comune ed il terzo e il quinto dipartimento dell’ente municipale. In tal senso, nei giorni scorsi, le due associazioni hanno anche inviato una diffida, trasmessa per conoscenza al sindaco di Sorrento Massimo Coppola, in cui si sottolinea che «emerge che l’esame della documentazione tecnica da allegare per delle segnalazioni certificate di inizio attività di fatto non viene svolto né chiesto agli uffici emergendo una mera presa d’atto in “buona fede” della documentazione allegata. Tale operato appare del tutto incoerente ed illegittimo nella misura in cui non viene svolto preventivamente e tra l’altro non è ipotizzabile un controllo ex post della documentazione». Il riferimento al boom di strutture extralberghiere degli ultimi anni è evidente. Secondo le associazioni, serve «un controllo capillare ed effettivo su un diffuso fenomeno di abusivismo legato alle attività anche sotto il profilo igienico sanitario».