Dall’ultima volta delle ruspe in città sono passati cento giorni. Dalla discussione in consiglio comunale destinata a tenere accesi i riflettori sul dramma degli abbattimenti qualcosa in più. Eppu...
Dall’ultima volta delle ruspe in città sono passati cento giorni. Dalla discussione in consiglio comunale destinata a tenere accesi i riflettori sul dramma degli abbattimenti qualcosa in più. Eppure c’è una costante che lega l’ultimo abbattimento con il prossimo che ancora deve essere messo in programma: è il grande flop della politica terzignese. Da destra a sinistra, dalla maggioranza all’opposizione. Dai partiti alle liste civiche. Ed ancora, dagli ambientalisti ai paladini del mattone. Il dramma degli abbattimenti e dell’abusivismo edilizio sembra non interessare più a nessuno. Nessuno ha speso una parola in questi mesi per svegliare dal torpore il presidente del consiglio comunale e invitarlo a istituire una commissione speciale per discutere del dramma abbattimenti, come era stato accennato nel corso di un consiglio comunale di metà maggio scorso, quando il rumore dei motori delle ruspe era sempre più forte. Tanto che in quei mesi due edifici furono spazzati via: il secondo piano di una villetta di via Zabatta e un vecchio rudere di proprietà di una donna di San Giuseppe Vesuviano (quest’ultimo buttato interamente giù dalle squadre di lavoratori inviate dalla procura). Da quel consiglio comunale che non ha offerto alcuno spunto concreto, ma solo una serie di buone intenzioni lanciate qui e là, e dalla volontà di istituire una commissione consiliare speciale – anche questa finita nel “calderone” delle buone intenzioni – non è stato mosso un dito. Un dato che appare preoccupante in relazione agli avvenimenti degli ultimi anni. Il doppio abbattimento di via Zabatta è soltanto l’ultimo in ordine di tempo. Prima era toccato a due ville nella centralissima via Fiume ad andare giù. E prima ancora il dramma delle case di via Panoramica, Parco Santa Lucia, spazzate via dalle ruspe inviate dalla procura con 14 famiglie finite in strada per una sentenza-beffa figlia di una truffa a danno di chi le abitazioni le aveva acquistate in malafede. Storie tutte diverse di un dramma, legato agli abbattimenti degli edifici, che continua a consumarsi sul territorio di Terzigno. Nel mirino della procura della Repubblica di Nola ci sono decine di abitazioni che sono state realizzate senza alcun titolo autorizzativo e che sono oggetto di Resa. E nel frattempo la politica, che sbraita nei giorni in cui le ruspe avanzano in città, resta ferma. Una volta compiuto il dramma, i politici sono immobili e silenziosi quando il tema dovrebbe partire da palazzo di città e arrivare nelle sedi di Regione e Governo. Secondo un recente report degli uffici del Comune sono tremila le abitazioni che rischiano di subire abbattimenti in città. Tremila tra appartamenti e ville che sono stati costruiti sul territorio di Terzigno decenni fa e che attendono il rilascio del condono edilizio che sanerebbe tutti gli abusi edilizi. Ma se in municipio si fa fatica anche a istituire una commissione consiliare, figurarsi rilasciare il condono.