Ha appena 14 anni. Il volto pulito e la cartella pronta per la scuola in un angolo della cameretta. E’ solo un ragazzino. Eppure già con le idee chiare, verso una strada sbagliata. E’ lui che il ...
Ha appena 14 anni. Il volto pulito e la cartella pronta per la scuola in un angolo della cameretta. E’ solo un ragazzino. Eppure già con le idee chiare, verso una strada sbagliata. E’ lui che il 24 agosto scorso ha puntato la pistola contro il titolare del negozio di telefonia di via Armando Diaz seminando terrore in un’attività commerciale nel pieno centro di Terzigno. Ha urlato in faccia al proprietario del negozio, con una freddezza simile a quella che usano gli attori di Gomorra: voleva soldi. Faceva sul serio. E’ lui che in appena sessanta secondi, armato di pistola, ha provato a farsi consegnare l’incasso di giornata e si è dileguato dopo che l’uomo che aveva minacciato ha cercato di inseguirlo. Lui, arrivato da qualche isolato più avanti e residente nella stessa città in cui ha deciso di esordire come rapinatore, è stato rintracciato dalle forze dell’ordine a poche settimane dal colpo finito male. Un 14enne che invece di rincorrere un pallone o giocare con la Play Station, come i suoi coetanei, ha deciso di provare «l’ebrezza» del crimine. A fare una rapina, ma quello non era un gioco e il suo nome è finito subito sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti. Comincia così il suo curriculum criminale con una rapina fallita, ricostruita nei dettagli dai carabinieri della stazione di Terzigno, agli ordini del maresciallo Gennaro Auricchio, che ieri mattina hanno bussato a casa del ragazzino per notificargli un ordine del Tribunale dei Minorenni che ha formalizzato per ora una denuncia nei suoi confronti. L’attività commerciale gestita da un imprenditore bengalese era però fornita di un impianto di videosorveglianza interno e le immagini sono state fondamentali per dare una svolta al caso. Nonostante avesse il volto coperto da uno scialle nero, il rapinatore è stato incastrato dagli abiti che indossava al momento del colpo. Una maglia gialla e un paio di pantaloncini, vestiti che i militari hanno rinvenuto nell’abitazione del ragazzino assieme alla pistola, un’arma giocattolo che aveva provato a nascondere nei cassetti dell’armadio della sua camera. Una rapina che però non ha portato alcun incasso al baby rapinatore perché non aveva fatto i conti con la reazione del titolare del negozio che ha subito reagito provando a rincorrere lui e il suo complice. Il ragazzino aveva il volto coperto per evitare di essere visto in faccia ma l’attività investigativa ha permesso ai militari dell’Arma della stazione cittadina di mettere insieme una serie di elementi e ricostruire l’identikit del ragazzino. Ieri mattina quando i carabinieri si sono presentati alla porta della sua abitazione, il 14enne ha provato a prendere tempo e soprattutto a smentire le accuse ma le prove c’erano tutte. Per ora, i giudici hanno confermato la denuncia nei suoi confronti perché ancora 14enne. Ma nel frattempo il suo nome è già finito all’interno del fascicolo degli assistenti sociali: quel ragazzo va seguito per evitare che metta in campo altre rapine e imbocchi così una strada sbagliata che lo conduca tra qualche anno dietro le sbarre di un carcere. Resta aperta la caccia al complice che ha preso parte alla rapina.