San Giuseppe Vesuviano. Che fine ha fatto il consigliere comunale Saverio Carillo? Se lo chiede con insistenza il prefetto di Napoli, Marco Valentini, che nei giorni scorsi ha diffidato tutti i politi...
San Giuseppe Vesuviano. Che fine ha fatto il consigliere comunale Saverio Carillo? Se lo chiede con insistenza il prefetto di Napoli, Marco Valentini, che nei giorni scorsi ha diffidato tutti i politici che siedono in municipio per la mancata approvazione del rendiconto di gestione nei tempi previsti. Se lo chiedono i messi comunali che da giorni girano per le strade di San Giuseppe Vesuviano per notificargli gli atti. E se lo chiedono gli esponenti della minoranza che attendono da tempo la convocazione del consiglio per fare le «pulci» all’ennesimo documento economico lacrime e sangue passato al vaglio della giunta municipale nei giorni scorsi.
Se lo chiede un po’ meno, in verità, il sindaco Vincenzo Catapano che può approfittare di questa «improvvisa scomparsa» per “allungare” i tempi per la convocazione della seduta di consiglio comunale. Dopo l’arrivo della commissione d’accesso a inizio mese, la diffida del prefetto per la mancata approvazione del rendiconto di gestione ha causato non poche tensioni negli uffici del municipio di piazza Elena d’Aosta. L’arrivo degli investigatori, inviati dal prefetto per accertare se la camorra abbia messo le mani sugli affari del Comune o meno, ha stravolto gli equilibri.
Ecco perché la frenesia delle scorse settimane ha lasciato spazio a una certa lentezza negli uffici di San Giuseppe Vesuviano. Così anche la convocazione della seduta per approvare il documento che fissa le spese sostenute dall’amministrazione nell’anno 2020 procede a rilento. Il prefetto ha ordinato ai consiglieri di riunirsi entro i 20 giorni dalla notifica della diffida a tutti i componenti del civico consesso. Ma «l’uccel di bosco», che è anche rappresentante della Città Metropolitana, ha inevitabilmente rallentato tutto. «E’ introvabile», la dura ammissione di un messo che ieri ha fatto l’ennesimo tentativo di consegnargli il documento. Senza fortuna. Non è a casa. Non risponde a telefono. E non ha una mail pec istituzionale a cui poter inviare gli atti. «Irreperibile», dicono dal municipio. Da tre giorni.
Per altri si tratterebbe solo di una «melina» per allungare i tempi di convocazione del consiglio e acquietare gli animi interni a una maggioranza in fermento. Su cui pende «l’invito», arrivato da più parti della minoranza a «staccare la spina» prima che ci pensi il prefetto. Intanto l’opposizione è pronta a chiedere «aiuto» alle forze dell’ordine. Il consigliere Antonio Agostino Ambrosio si dice «preoccupato». «Appare strano che un consigliere si eclissi senza dare la possibilità di notificargli l’atto. Mi rifiuto di pensare che si possa trattare di una mossa strumentale per concedere più giorni al consiglio comunale per l’approvazione del consuntivo», dice. Nel frattempo è pronto a presentare un esposto a prefetto e carabinieri. In calce la richiesta di effettuare «più ricerche» per scoprire che fine abbia fatto Saverio Carillo.
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