#TopNews Nascosto tra i lussuosi palazzi di Dubai, impegnato a trafficare ancora cocaina tra il Sudamerica e l’Europa e ora inserito nella “top most wanted” (la lista dei ricercati più pericolosi d’Italia) della Criminalpol
Nascosto tra i lussuosi palazzi di Dubai, impegnato a trafficare ancora cocaina tra il Sudamerica e l’Europa e ora inserito nella “top most wanted” (la lista dei ricercati più pericolosi d’Italia) della Criminalpol. Il nome dello stabiese Raffaele Imperiale figura accanto a quello di un boss imprendibile della mafia come Matteo Messina Denaro o un leader del banditismo sardo come Graziano Mesina, nel report presentato nella giornata di ieri dalla direzione centrale della Polizia criminale “Latitanti di massima pericolosità e pericolosi: attività del Gruppo integrato interforze per la ricerca e l’arresto di latitanti nel periodo 2010 -2020”.
L’elenco dei latitanti pericolosi include, attualmente, 62 persone, di cui 18 affiliati alla ‘ndrangheta, 3 alla camorra, 4 alla criminalità pugliese, 2 a cosa nostra, 2 all’area dei sequestri di persona e 33 responsabili di “gravi delitti”. Dal 2010 al 2020 sono stati assicurati alla giustizia 22 latitanti di massima pericolosità (di cui 17 arrestati in Italia) e 110 latitanti pericolosi (di cui 69 in Italia).Tra questi figura anche Raffaele Imperiale, inserito ormai da anni in un gruppo di narcotrafficanti internazionali (che comprende criminali cileni, irlandesi, nigeriani e serbi) che controlla gran parte dei carichi di cocaina che partono dal Sudamerica e arrivano in Europa.Secondo la Criminalpol, Raffaele Imperiale ormai da quasi un decennio si è stabilizzato a Dubai e non si è mai mosso da lì, nemmeno quando il dialogo tra lo Stato italiano e gli Emirati Arabi sembrava destinato a favorire l’estradizione dei latitanti. Il boss del narcotraffico a Dubai può contare su contatti istituzionali che gli garantiscono copertura e su un vero e proprio esercito che ruotano attorno a lui, tra guardaspalle e narcos pronti a seguire i suoi ordini.
Sono almeno 40 le persone, individuate dagli investigatori, che hanno contatti frequenti con il super-latitante, conosciuto anche perché nascondeva due tele di Van Gogh nella villetta di famiglia a Ponte Persica. La rete di affiliati dell’organizzazione guidata da Raffaele Imperiale è stata ricostruita attraverso le rivelazioni dei pentiti e i messaggi decriptati su alcuni cellulari.A supporto delle indagini, inoltre, ci sono anche gli elementi acquisiti dall’Europol sulla piattaforma Encrochat.
Lo scandalo scoppiato nella primavera del 2020 ha permesso di accertare che circa 60mila persone in tutto il mondo utilizzavano un sistema criptato per le loro conversazioni e quasi il 90 per cento degli abbonati intercettati (tra marzo e giugno 2020), discutevano di traffico di stupefacenti e addirittura omicidi da compiere. Elementi che fanno parte di più indagini, della polizia di mezzo mondo, che puntano a mettere fine alla latitanza dorata del narcotrafficante Raffaele Imperiale, figlio del costruttore stabiese Ludovico, che partito dalla periferia di Castellammare di Stabia è diventato uno dei più potenti criminali al mondo.