Impiegare i percettori del reddito di cittadinanza nel comparto agricolo, riconoscendo loro – oltre i soldi della misura governativa – altri fondi. Almeno 500 euro mensili, così da arroto...
Impiegare i percettori del reddito di cittadinanza nel comparto agricolo, riconoscendo loro – oltre i soldi della misura governativa – altri fondi. Almeno 500 euro mensili, così da arrotondare la cifra totale a 1.200-1.300 euro mensili. E’ questa la proposta rilanciata dal presidente della giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca, che interviene sulla crisi del pomodoro con un settore messo in ginocchio dalla mancanza di lavoratori e, in particolare, degli autotrasportatori. «Sono assolutamente d’accordo a dare un reddito a chi non ha il pane, ma non sono d’accordo a tollerare degenerazioni, speculazioni e parassitismi – dichiara il numero uno della Regione – L’ipotesi che io rilancio è questa: siccome oggi in Italia le aziende agricole, di trasformazione agricola, ma anche i ristoranti, gli alberghi, gli stabilimenti balneari fanno fatica a trovare lavoratori stagionali, perché molti che percepiscono il reddito di cittadinanza non sono più disponibili ad accettare questo tipo di impiego (o magari lo fanno a nero per non perdere il sostegno), senza far perdere a nessuno il reddito di cittadinanza (o altre forme di ammortizzatori) le aziende potrebbero dare ad integrazione 500 euro al mese per il lavoratore stagionale. Per cui un percettore del reddito di cittadinanza, sommando le due cose, può arrivare a 1200-1300 euro al mese. Se è necessario si può erogare anche un bonus per il trasporto del lavoratore. Si può, in questo modo, proporre al percettore del reddito di cittadinanza un lavoro stagionale, con la clausola che se si rifiutano 2-3 proposte, si perde anche il reddito. Così si fa un lavoro di moralizzazione, di trasparenza e, insieme, di sostegno alle imprese e alle persone in cerca di lavoro, che continuerebbero a percepire il reddito di cittadinanza anche dopo la fine dell’impiego stagionale». Sulla crisi del settore, l’assessore regionale all’agricoltura, Nicola Caputo, due giorni fa ha incontrato tutti gli operatori preannunciando la sua richiesta presso il governo di nuovi ristori. Intanto, Cia Campania stima danni a carico degli agricoltori per circa 10 milioni di euro, con circa 1.500 ettari di prodotto non raccolto. ‘«E’ una cifra da capogiro – afferma Alessandro Mastrocinque, presidente Cia Campania – che rischia di mettere in ginocchio il comparto in Campania e per cui si chiede l’immediato intervento a sostegno dei produttori’». Allargando lo sguardo al resto del Sud, non è migliore la situazione in Puglia dove in particolare in provincia di Foggia si registra un arretramento nelle quantità prodotte e raccolte. L’organizzazione chiede inoltre «interventi eccezionali immediati per attivare la mancata raccolta presso le Op, ricalcando ciò che è stato fatto nel 2020 nell’ambito delle misure di prevenzione e gestione delle crisi dei programmi operativi e l’attivazione di un tavolo interministeriale per risolvere in tempi brevi la questione dell’autotrasporto».