Torre del Greco. Il Tar Campania boccia nuovamente il Comune: annullata l’ordinanza di demolizione relativa ai box auto di viale Campania. Si arricchisce di un’ulteriore puntata il braccio di ferro legale tra la società Ia.co.da – l’impresa pronta a trasformare, dietro regolare concessione, un’area abbandonata in garage pertinenziali al servizio di una zona a elevata densità abitativa – e l’ente di palazzo Baronale. Stavolta, sotto i riflettori dei giudici della terza sezione del tribunale amministrativo regionale – presidente Anna Pappalardo – era finito il provvedimento con cui il dirigente del settore assetto del territorio, a giugno del 2020, aveva intimato ai vertici della società Ia.Co.Da. di abbattere l’intera struttura destinata ai parcheggi. Motivo? Secondo la tesi sostenuta dall’ingegnere Generoso Serpico – arrivato a Torre del Greco su «chiamata» del sindaco Giovanni Palomba – i permessi rilasciati all’impresa erano «decaduti».
Lo scontro legale
L’ordinanza di demolizione è stata – così come già accaduto per gli atti di revoca dei permessi a costruire rilasciati a novembre del 2011 e a dicembre del 2016 – impugnata davanti al Tar Campania, chiamato a fare piena luce sulla vicenda. Con risultati disastrosi per l’ente di palazzo Baronale: in base alle precedenti sentenze del tribunale amministrativo regionale – annullate le revoche dei permessi a costruire del 2011e del 2016 – il collegio presieduto dal giudice Anna Pappalardo ha accolto il ricorso della società Ia.Co.Da., scacciando via lo «spettro» dell’abbattimento. «Non coglie nel segno l’eccezione di improcedibilità per mancata impugnativa di atti presupposti spiegata dalla difesa del Comune – si legge nelle motivazioni dell’ultimo verdetto – con riferimento alla nota con cui le opere realizzate dalla società Ia.Co.Da. sono state dichiarate abusive». Lavori ritenuti di completamento – saracinesche ai box, impianti elettrici e idrici, cancelli esterni – rispetto a cui, secondo il Tar Campania, la «pronuncia di improcedibilità non assume valenza rilevante ai fini della decisione».
Il danno e la beffa
Di qui, la decisione di accogliere il ricorso presentato dai legali dell’impresa e – allo stesso tempo – condannare l’ente di palazzo Baronale al pagamento delle spese di lite, liquidate in complessivi 1.500 euro. Cifra da sommare alle precedenti condanne relative al braccio di ferro legale per i box auto di viale Campania e alle vertenze già avviate per i danni provocati dallo stop alle attività – l’ultimazione parziale delle opere strutturali sono state completate a dicembre del 2018 – a causa dei contenziosi. E l’incubo della corte dei conti si potrebbe nuovamente allungare sul municipio della quarta città della Campania.
©riproduzione riservata