Torre del Greco. L’appello lanciato dall’opposizione di palazzo Baronale ai «responsabili» della maggioranza cade nel vuoto: gli «infiltrati» del Pd disertano l’appuntamento per sfiduciare...
Torre del Greco. L’appello lanciato dall’opposizione di palazzo Baronale ai «responsabili» della maggioranza cade nel vuoto: gli «infiltrati» del Pd disertano l’appuntamento per sfiduciare il sindaco e Giovanni Palomba salva (nuovamente) fascia e poltrona. è l’epilogo annunciato dell’ultimo «bluff» dei dem, pronti – a inizio settimana – a lanciare il guanto di sfida al centrodestra per staccare in anticipo la spina all’amministrazione comunale uscita vincitrice dalle elezioni delle 20 euro del 2018. Un invito raccolto al volo dagli esponenti del M5S, con la «convocazione» in piazza Santa Croce per raccogliere le 13 firme necessarie a mandare definitivamente a casa lo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio.
La grande fuga
Alle 18, all’orario fissato per il «golpe» al primo cittadino, in strada per restituire la parola agli elettori si sono presentati solo i due pentastellati del Comune – il capogruppo Vincenzo Salerno e Santa Borriello – l’ex sindaco Valerio Ciavolino, il soldato Luigi Caldarola, il camaleonte Ciro Piccirillo e Vittorio Guarino. A dare sostanza alla «crociata per le urne» promossa dal centrodestra, c’erano inoltre Dario Colombo – commissario locale di Forza Italia – e Luigi Scarfogliero, vicecommissario locale di Fratelli d’Italia. Nessuna traccia, invece, né degli «infiltrati» del Pd in maggioranza né dei trasformisti della minoranza – i vari Luigi Mele, Alessandra Tabernacolo e Antonio Spierto – saltati sulla traballante carovana del buongoverno di Giovanni Palomba. E regolarmente seduti tra i banchi del consiglio comunale convocato dall’avvocato Gaetano Frulio per approvare le nuove tariffe della Tari e una serie di variazioni di bilancio «care» alla casta di palazzo Baronale. Con buona pace delle «prese di distanza» dei vertici locali del Pd, peraltro a propria volta assenti all’iniziativa sollecitata a inizio settimana.
Il nuovo affondo
Alla luce della «risposta» all’appello per tornare al voto, i promotori della sfiducia non hanno risparmiato ulteriori stoccate ai poltroninisti dell’assise: «C’è delusione, perché l’appello lanciato insieme alla collega Santa Borriello aveva suscitato manifestazioni di solidarietà tra i cittadini – la premessa di Vincenzo Salerno – Si tratta di un segnale forte dello stato di profonda sofferenza in cui si trova la città. Mentre noi siamo qui in attesa della firme per la sfiducia, la maggioranza è in aula a votare il pef del 2021 con un rincaro delle tariffe Tari di circa il 17%». Sulla stessa lunghezza d’onda l’ex dissidente di palazzo Baronale: «Come già successo a gennaio – l’attacco di Luigi Caldarola – registriamo l’attaccamento alla poltrona di diversi consiglieri comunali fino a qualche mese fa seduti tra i banchi dell’opposizione. è stata persa un’altra occasione per restituire la parola agli elettori e dignità all’intera città».
@riproduzione riservata