E’ stato arrestato ieri all’aeroporto di Giacarta, in Indonesia, durante un controllo passaporti, mentre cercava di tornare a Dubai, dove viveva almeno dallo scorso autunno, dopo essere sparito dall’Italia dall’estate 2020. Ora per Massimo Bochicchio, broker accusato di aver truffato l’ex allenatore dell’Inter Antonio Conte per oltre 30 milioni e altri vip, tra cui l’ex ct azzurro Marcello Lippi, e destinatario di un’ordinanza cautelare in carcere per riciclaggio internazionale, si aprirà la procedura di estradizione. Non semplice, perché con le autorità indonesiane non ci sono accordi internazionali che la regolano. Tra investimenti “illeciti”, ossia di fondi da nascondere al Fisco, e somme “lecite”, ossia a lui affidate da personaggi noti perché prometteva guadagni importanti, Bochicchio, 55 anni di origine campane e fino al 2010 anche manager della banca d’affari Hsbc, avrebbe raccolto quasi “600 milioni di euro”.
Soldi, a suo dire, già ‘bruciati’ in operazioni sbagliate e troppo rischiose, ma che gli investigatori stanno cercando. E nelle indagini dell’aggiunto di Milano Maurizio Romanelli e dei pm Paolo Filippini e Giovanni Polizzi, sul fronte del riciclaggio del denaro di sei clienti “evasori”, la sezione di polizia giudiziaria e il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf hanno già sequestrato a febbraio quasi 11 milioni di euro, tra cui un immobile a Cortina, un vaso di Picasso e opere di Giacomo Balla e Mario Schifano. Agli atti dell’inchiesta milanese, trasmessa proprio un giorno prima dell’arresto a Roma dove è aperta l’indagine sulle truffe ai danni di imprenditori e vip, ci sono anche telefonate tra Daniele Conte, fratello di Antonio, e il presidente del Coni Giovanni Malagò, tutti non indagati. Il fratello dell’ormai ex tecnico nerazzurro aveva collaborato in passato a Londra con Bochicchio e diceva: “Questi soldi dove li ha messi? (…) lui si può fare 20 anni di carcere”. E Malagò al telefono con Antonio Conte nel luglio 2020 spiegava “apertamente”, riassume il gip Chiara Valori, “di non fidarsi delle competenze professionali di Bochicchio”. Dal 2011 in avanti il broker avrebbe “raccolto attraverso le società Kidman Asset Management e Tiber Capital” da lui guidate a Londra “cospicui capitali”.
Intercettato affermava di aver movimentato addirittura “1 miliardo e 800 milioni”. Soldi che avrebbe dirottato in investimenti tra “Singapore, Hong Kong ed Emirati Arabi Uniti, promettendo alti rendimenti”. E cercando di “occultare o ad ostacolare l’identificazione degli effettivi beneficiari delle somme”, investite con strumenti ad “alto rischio”. Prima di arrivare a Giacarta, tra l’altro, Bochicchio sarebbe passato nelle ultime settimane per Singapore e Hong Kong (non è chiaro se per cercare di recuperare soldi delle sue operazioni), ma la Gdf con la collaborazione dell’Interpol è riuscita a seguirne le tracce. Tra i clienti raggirati (non indagati) figurano pure il calciatore della Roma Stephan El Shaarawy, l’ex giocatore della Juve Patrice Evra e l’architetto romano Achille Salvagni. Una cinquantina, pare, le denunce nell’inchiesta romana che ora ha ‘assorbito’ le carte di quella milanese.