“Inveni portum”, ho trovato un rifugio. E’ l’epigrafe, non cancellata dal tempo, che si riesce ancora a vedere ai lati della cancellata di quella che fu la villa di Enrico De Nicola a Torre de...
“Inveni portum”, ho trovato un rifugio. E’ l’epigrafe, non cancellata dal tempo, che si riesce ancora a vedere ai lati della cancellata di quella che fu la villa di Enrico De Nicola a Torre del Greco. Avvocato penalista, ma anche giornalista attento, il 28 giugno del 1946 De Nicola divenne Capo provvisorio dello Stato. Ventisei giorni dopo il doloroso referendum che, pur spaccando l’Italia a metà, fece vincere la Repubblica sulla Monarchia. In quella bella villa stile liberty, nella zona collinare di Torre del Greco, De Nicola, che era stato senatore, ma anche sottosegretario del governo Giolitti, tornava appena poteva dopo gli incarichi a Roma. Una villa che per anni, in proprietà della Provincia di Napoli (oggi Città Metropolitana) era rimasta abbandonata. L’ennesimo scandalo di una memoria violata e di un luogo da preservare per le future generazioni. Il 26 novembre del 2006 fu Giorgio Napolitano, allora Presidente della Repubblica a partecipare a Torre del Greco alla cerimonia di inaugurazione dopo i lavori di restauro. Poi ancora una volta il silenzio e il declino. Gli antichi giardini, che da anni non sono più parte della proprietà, che ospitavano prima un parco giochi per bambini e poi addirittura i mezzi del servizio di raccolta rifiuti. Affidata all’Ordine degli Avvocati, sede dell’associazione forense intitolata a De Nicola, la struttura sarà restaurata nuovamente. Interventi per 100mila euro quelli stanziati da Città Metropolitana che prevede di aprire a breve un cantiere della durata di cinque mesi. Simbolo di moralità e di equità, De Nicola ha rappresentato sempre una figura di altissimo spessore civile a cui la politica, quella con la p maiuscola si è ispirata. Voluto da Togliatti come Capo dello Stato, ma rispettato anche dalla Dc, De Nicola diede subito esempio di quale fosse la sua caratura morale: rifiutando di firmare il decreto che, così come avevano predisposto De Gasperi e un giovanissimo Giulio Andreotti, gli consentisse di guadagnare dodici milioni all’anno. Così come, anni dopo ricordò il suo autista, non tollerava che i viaggi a Roma fossero pagati dallo Stato. Roba che il populismo grillino di oggi, forse impallidirebbe. Dopo essere stato Presidente del Senato e della Corte Costituzionale, De Nicola morì a Torre del Greco il 1° ottobre 1959, all’età di 81 anni. lasciandoci un grande ricordo di sé. In occasione del 150° anniversario dalla sua nascita, è stato l’attuale Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella a ricordare Enrico De Nicola come l’uomo che “nell’arco della propria vita [ha ricoperto ndr] tutte la maggiori cariche dello Stato democratico. Oggi facciamo memoria dell’uomo delle istituzioni, e ne ricordiamo l’opera con riconoscenza. L’onestà e la sobrietà furono qualità che tutti gli riconobbero e apprezzarono”.