L’asse tra Pd e 5 stelle, andato in porto a Napoli con il patto di Posillipo, non riesce ancora a tradursi in una candidatura. Ma il pressing concentrico sull’ex ministro Gaetano Manfredi, che nei giorni scorsi aveva declinato la corsa a causa delle condizioni finanziarie del Comune, cresce di ora in ora. Una moral suasion che vedrebbe in campo big di entrambe le forze politiche e un impegno congiunto per superare la crisi finanziaria della città. Parallelamente, però, si comincia a ragionare anche su un piano B per il capoluogo partenopeo: il sottosegretario Enzo Amendola in quota dem o l’ex ministro all’ambiente Sergio Costa per il Movimento. Nel totonomi, sebbene sfumata, resta l’ipotesi del presidente della Camera Roberto Fico. Comunque vada, i giallorossi, assicurano fonti interne ad entrambi partiti, intendono correre insieme sin dal primo turno. Almeno qui. A Roma come a Milano, infatti, l’alleanza siglata sulla scia del Conte bis si è scontrata sin da subito con le resistenze territoriali, che alla fine hanno avuto la meglio. Situazione identica a Torino dove l’ultimo appello all’unità è arrivato dal pentastellati Carlo Sibilia: “Penso sia ancora necessario tentare un accordo alle amministrative di Torino, in continuità politica. Il Pd non si tiri indietro. Sono già stati fatti preziosi passi avanti a Napoli e a Bologna, e sarebbe un peccato sprecare un’occasione”. Nella Capitale, naufragata ogni possibilità di intesa al primo turno, il Movimento fa quadrato attorno alla sindaca uscente, Virginia Raggi, e annuncia una nuova piattaforma “di proprietà del M5s”, creata bypassando quella lanciata a inizio mese da Rousseau.
Qui, in attesa del candidato del centrodestra, il campo avversario si è formato, ma appare più che frammentato. Il 20 giugno ci saranno le primarie del centrosinistra a cui prenderà parte per il Pd l’ex ministro Roberto Gualtieri, ma in giornata è arrivato l’endorsement dell’ex sindaco Ignazio Marino per un altro candidato: il suo assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo. Se Gualtieri resta il favorito nella corsa interna, in quella reale dovrà poi contendersi un bacino elettorale simile con Raggi e Carlo Calenda (supportato da Iv). A Napoli “siamo di fatto in dissesto”, aveva detto Manfredi declinando giorni fa la candidatura. Nel dl sostegni dei 500 milioni per i Comuni in dissesto, secondo fonti Pd, 200 andranno a Napoli e ci sarebbe un impegno anche a lavorare ad un fondo di riparto e all’annosa questione del debito. “Penso che Manfredi e Fico vogliano garanzie molto grandi, soprattutto che gli si tolga il debito storico. Poi penso che Manfredi non abbia gradito la bollinatura da parte di De Luca che sta lanciando un’opa su Napoli”, l’affondo del primo cittadino Luigi de Magistris. Il responsabile Enti Locali del Pd Francesco Boccia vede il bicchiere mezzo pieno: “Comprendo l’attenzione sulle amministrative nelle città capoluogo di Regione, ma ci sono oltre 1.304 comuni che vanno al voto in autunno e avremo accordi al primo turno con il M5S nel 40-50% dei comuni capoluoghi di Provincia”.