Dal 12 al 25 aprile a veicolare la diffusione del virus SarsCoV2 in Italia sono stati soprattutto bambini e ragazzi di età inferiore a 20 anni. Lo indica l’andamento qualitativo delle curve dei positivi al variare della fascia d’età, nell’analisi condotta dal matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac). “A partire dalla settimana dal 12 al 18 aprile la curva relativa alla fascia d’età fra zero e nove anni ha smesso di decrescere e quindi ha iniziato a crescere, cosa che ha fatto anche la settimana dal 19 al 25 aprile”, ha detto il matematico. “Dopo la discesa, la curva della fascia d’età da 10 a 19 anni, nella settimana dal 12 al 18 aprile, ha iniziato una fase di stasi. Le curve di tutte le fasce d’età rimanenti hanno invece continuato a scendere. Questo – ha rilevato Sebastiani – mostra che in quel periodo è avvenuto un aumento della diffusione del virus veicolata dai soggetti di età inferiore a 20 anni”.
La conferma, ha aggiunto – è nell’aumento del valore dell’indice di riproduzione Rt dallo 0,82 del 6 aprile allo 0,86 del 13 aprile. Secondo Sebastiani “la presenza massiccia della variante inglese in Italia, con una prevalenza superiore al 90%, molto probabilmente è la causa del coinvolgimento nella diffusione dei soggetti della fascia d’età 0-9 anni. Questi ultimi – ha aggiunto – non erano invece significativamente coinvolti nella diffusione della variante prevalente nel 2020, come numerosi studi mostrano, tra cui la mia analisi dei dati nelle scuole del Piemonte durante il picco dell’incidenza di metà novembre 2020”.
Al momento, prosegue il matematico, la vaccinazione in Italia non ha di fatto interessato la fascia sotto i 20 anni, che comprende circa 10,5 milioni di soggetti, con poco più di 42.000 dosi somministrate. “È necessario ha osservato – accelerare la campagna di vaccinazione e completare la fascia da 70 anni in poi, nella quale si concentra l’86% della mortalità per Covid-19, per poi passare subito alla categoria sotto i 20 anni”.
Purtroppo, prosegue, dopo il superamento del valore di 500.000 dosi al giorno negli ultimi due giorni di aprile, “la media dell’ultima settimana di aprile è stata 395.000 e quella dei primi tre giorni del mese di maggio è stata di poco superiore a 400.000. Per vaccinare 15 milioni di persone in maggio – ha concluso – è necessario che la media settimanale del numero di somministrazioni al giorno superi il valore di 500.000”.