Dai No Dad ai rider, dai circensi agli imprenditori del wedding, dai tassisti agli operai, dai ristoratori ai lavoratori dello spettacolo . E’ stato un venerdì di proteste in tutta Italia – spesso nelle stesse piazze – nonostante le zone rosse ed i disagi creati da un’altra agitazione, lo sciopero del trasporto pubblico locale. Lo stop ai mezzi pubblici, articolato secondo diversi orari nelle 24 ore, è stato indetto dai sindacati che chiedono il rinnovo il contatto nazionale scaduto dal 2017. Giornata di mobilitazione in 30 città per i rider che hanno incrociato le braccia con lo slogan “Nessuno ordina, nessuno consegna”, invitando i consumatori a unirsi alla protesta e boicottare per un giorno le principali piattaforme di food deliverance. A Firenze i fattorini anno percorso sulle loro bici le vie del centro per poi ritrovarsi in piazza della Signoria per un presidio successivamente spostato nella vicina piazza San Firenze. Dalle due alle quattro ruote, tassisti in agitazione in diverse città. A Torino una lunga coda di 700 taxi, scortati dai vigili urbani, ha sfilato in mattinata contro “il ritardo dei sostegni previsti dal Governo” e per chiedere una riduzione delle tasse.
La categoria lamenta dii avere avuto meno di 5.000 euro di aiuti a fronte di una perdita dell’80% del fatturato. L’hashtag #blocchiamolitalia è stato poi scelto dalle aziende di Tni Horeca Italia (che raggruppa 40.000 imprese della ristorazione, ossia bar, ristoranti e alberghi, da Nord a Sud della Penisola), insieme a commercianti e Partite Iva, “contro le misure insufficienti messe in campo dal governo di Mario Draghi”. In piazza, inoltre, i rappresentanti di un altro settore duramente colpito dalla pandemia: quello dei matrimoni. Circa cento titolari di aziende del wedding si sono dati appuntamento per un flashmob davanti alla Reggia di Caserta. “Il comparto – spiega Giannicola Formichella, organizzatore di matrimoni – è completamente fermo pur dando lavoro in tutta Italia a un milione di persone e i ristori sono stati irrisori visto le perdite che abbiamo registrato, in media l’80% del fatturato”. Protesta anche a Genova, dove la wedding planner Ilaria Veggi lamenta: “ci sono coppie che da ormai due anni rimandano il loro matrimonio, se tutto va bene al 2022, altre che lo avevano fissato poi annullato nel 2020 nel frattempo si sono persino separate, la pandemia e i Dpcm hanno sconvolto il nostro settore e manca una programmazione per ripartire”. La crisi, infine, non ha risparmiato i circhi ed i lavoratori dello ‘spettacolo viaggiante’ – clown, acrobati, giocolieri, con bandiere e abiti di scena – si sono dati appuntamento nelle piazze di diverse città chiedendo agevolazioni per ripartire, dopo aver ricevuto ristori “del tutto insufficienti”.
Il ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha firmato oggi due provvedimenti dal valore di 11 milioni di euro per il sostegno al settore che si trova, riconosce, “in enorme sofferenza”. In 60 città si sono svolte le mobilitazioni contro la Didattica a distanza da parte di studenti e docenti, per chiedere la riapertura in presenza, in sicurezza e in continuità di tutti gli istituti scolastici, dal nido all’università. A promuovere l’iniziativa Priorità alla Scuola in concomitanza con lo sciopero proclamato dai Cobas, a cui ha aderito il Coordinamento nazionale precari scuola. A Napoli ha manifestato un centinaio di persone a piazza Dante con cartelli e striscioni per dire “no alle classi pollaio, no alla Dad e sì ad assunzioni, spazi, didattica in presenza, investimenti”. Nel capoluogo campano i genitori No Dad hanno anche organizzato per domani una biciclettata in giro per la città come “pratica di disobbedienza civile e di riappropriazione della vita” per protestare contro l’ordinanza della Regione che chiude parchi, piazze e lungomare.