Torre del Greco. All’epoca venne ribattezzata come la «pattumiera del Vesuvio». Perché all’interno delle ex cave di villa Inglese finirono – confezionati in una valanga di ecoballe –...
Torre del Greco. All’epoca venne ribattezzata come la «pattumiera del Vesuvio». Perché all’interno delle ex cave di villa Inglese finirono – confezionati in una valanga di ecoballe – i rifiuti di tutta la provincia di Napoli. Erano gli anni della grande crisi Nu in Campania e il commissario di governo per l’emergenza dirottò circa 13.000 tonnellate di sacconi imballati con la spazzatura raccolta dalle strade in viale Europa. Dove sono rimasti per circa 15 anni, con buona pace dei ripetuti allarmi ambientali e dei roghi capaci di scatenare il terrore al confine tra Torre del Greco e Torre Annunziata.
Un calvario a cui, entro metà aprile, sarà scritta la parola fine: sono cominciate, infatti, le operazioni di smaltimento della montagna di scarti rimasta nell’area di proprietà della ditta Fratelli Balsamo. La procedura di «disinnesco» della bomba ecologica a Leopardi durerà tre settimane: la spazzatura sarà trasferita presso il termovalorizzatore di Acerra, dove sarà bruciata e trasformata in energia elettrica. Successivamente sarà avviata la bonifica del sito finito decine di volte al centro di polemiche e protesta. Perché le ecoballe scaricate nell’estate del 2005 scatenarono subito tensioni e veleni, insufficienti a fermare il piano del commissario di governo per l’emergenza rifiuti in Campania.
Le 13.000 tonnellate di spazzatura furono scaricate in due tranche, a distanza di pochi mesi. Poi, fino al 2010, nessuno si preoccupò di portare via – fatto salvo qualche sporadico trasferimento – le ecoballe stoccate presso le ex cave di villa Inglese. Durante il primo mandato da sindaco di Ciro Borriello, la questione-bonifica fu presa in carico dalla Sapna, il sistema ambiente della provincia di Napoli. Ma, a dispetto delle ripetute sollecitazioni arrivate dal territorio e dagli stessi responsabili del sito di stoccaggio «provvisorio» individuato nel 2005, le ecoballe non furono più toccate.
La svolta è arrivata a fine 2020, quando la stessa Sapna e la Regione Campania hanno stilato un piano di bonifica di tutte le ecoballe presenti in provincia di Napoli. Ieri mattina sono arrivati in viale Europa i primi quattro autoarticolati per avviare lo smaltimento delle 3.000 tonnellate rimaste nelle ex cave di villa Inglese. Una pulizia attesa 15 anni, tra veleni e proteste ambientali.
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