Un parco pubblico, innovativo, anche per i più piccoli, pieno di alberi. E magari da dedicare a chi per l’ambiente e contro il cemento ha lottato per tutta la vita. Il progetto caldeggiato dalla fa...
Un parco pubblico, innovativo, anche per i più piccoli, pieno di alberi. E magari da dedicare a chi per l’ambiente e contro il cemento ha lottato per tutta la vita. Il progetto caldeggiato dalla famiglia del compianto Giovanni Antonetti, leader dell’Italia dei Valori prematuramente scomparso ormai otto anni fa, sostenuto da centinaia di firme grazie pure all’impegno generoso di Alessandro Schisano, già consigliere comunale, anche lui andato via troppo presto, è probabilmente vicino a una svolta. Il fondo di vico III Rota di Sorrento, finito sotto la luce dei riflettori della Procura di Torre Annunziata per l’inchiesta Boxlandia, potrebbe essere acquisito a patrimonio comunale. C’è un’ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi, emessa nel 2018, ora al centro di controlli ulteriori dei vigili urbani. Viste le condizioni del terreno – di alberi non ve ne sono, il fondo è ormai nel degrado – l’amministrazione ha deciso di riattivarsi. Si tratta di un’accelerata portata avanti dal neo sindaco Massimo Coppola che, nell’ultima campagna elettorale, aveva promesso che avrebbe sostenuto l’idea del parco Giò – così è stato indicato dai sottoscrittori della petizione – con diverso atteggiamento anche politico rispetto alla precedente giunta (di cui ha fatto parte sino al 2018). Affiancata dagli ambientalisti del Wwf Terre del Tirreno a iniziare dal leader Claudio d’Esposito, oltre che da amici ed esperti legali, la famiglia Antonetti spinge affinché il piano per realizzare un’oasi verde nel cuore della città possa tramutarsi davvero in realtà, anche per un riscatto, così da cancellare definitivamente quel progetto che prevedeva cemento a iosa (si pensava di costruire un’autorimessa a tre livelli con oltre duecento posti auto). Un business fermato dopo l’abbattimento degli alberi, nel 2010, e che apparve subito irregolare tanto che dopo gli esposti di Antonetti e Wwf e le interpellanze pubbliche e in consiglio di Schisano, la Procura dispose il sequestro dell’area. Quindi le indagini e i processi. Il progetto riguardava il fondo dell’avvocato originario di Nocera Inferiore Adriano Bellacosa (finito a giudizio ma assolto in appello per non aver commesso il fatto) e coinvolse nelle indagini i commissari ad acta della provincia di Napoli Lucio Grande e Dario Perasole, coloro che firmarono il permesso di costruire ritenuto incriminato (condannati in appello a un anno e otto mesi ciascuno con sospensione condizionale della pena). Adesso, mentre si attende che la Corte di Cassazione fissi l’udienza nel corso della quale si scriverà la parole fine alla querelle giudiziaria (Wwf e Vas sono parte civile), a Sorrento pare che il tema del parco green possa entrare nel vivo. Nel corso delle ultime settimane, sul punto, si è registrato anche l’interessamento del neo assessore all’ambiente, Valeria Paladino.