Il ‘curriculum dello studente’ farà il suo debutto alla maturità 2021. Il documento allegato al diploma, che deve contenere l’elenco delle competenze, delle esperienze, delle attività culturali, artistiche, sportive, persino del volontariato svolto dallo studente, è stato previsto per la prima volta dalla tanto criticata “Buona Scuola” del governo Renzi ma di anno in anno ne è stata rinviata l’adozione. Ora, insieme all’ammissione all’esame, che non sarà generalizzata come lo è stata lo scorso anno, sarà tra le maggiori novità dell’Esame di Stato di giugno, sul quale, però, la maggioranza – che ieri sera ha avuto una riunione sul tema – ancora non riesce a trovare una piena intesa.
L’auspicio del Pd, per usare le parole della deputata Flavia Nardelli, capogruppo del partito in Commissione Istruzione alla Camera, è prevedere una prova scritta di italiano per dare maggiore “dignità” all’esame stesso, “non per renderlo più pesante ma più dignitoso, anche per evitare che questi ragazzi vengano marchiati come ‘ragazzi Covid'”. Ma i Cinque Stelle la pensano diversamente. “C’è un forte orientamento a lasciare la maturità 2021 come lo scorso anno, ovvero un maxi orale. Questo perchè c’è una geografia delle aperture delle scuole che ci sorprende e non è possibile riuscire a gestirla in modo unitario”, dice la M5S Bianca Granato capogruppo del Movimento in Commissione Istruzione al Senato. Per FdI “Sarebbe grave se anche quest’anno ci fosse un esame di maturità mutilato”. La ministra Azzolina – alla quale il termine ‘maturità light’ non piace – butta acqua sul fuoco delle polemiche e oggi, in Toscana in visita ad una scuola con il presidente Giani, precisa: “al ministero dell’Istruzione per il momento non abbiamo preso alcuna decisione, ci sono delle interlocuzioni in corso”.
Al ministero da giorni ci sono incontri con gli studenti, le associazioni dei docenti, i sindacati, per trovare una sintesi. Intanto oggi, per effetto delle sentenze dei vari Tar regionali, i bambini di IV e V elementare hanno fatto ritorno sui banchi di scuola in Campania. Per il ritorno a scuola degli studenti campani delle scuole superiori si aspetta la decisione su un’ulteriore impugnativa dell’ordinanza regionale.
In Veneto invece il Tribunale amministrativo locale ha respinto l’istanza di sospensiva presentata da 17 genitori contro l’ordinanza del presidente regionale Luca Zaia, che aveva bloccato la ripresa delle lezioni in presenza per le scuole secondarie superiori fino al 31 gennaio. In Liguria da lunedì 25 gennaio le scuole secondarie superiori torneranno alla didattica in presenza al 50% con trasporti potenziati e ingressi scaglionati e il presidente della Regione Giovanni Toti ha annunciato che in base ai dati si potrà decidere di portarla al 75% nel giro delle settimane successive. Lunedì 25 gennaio si tornerà a scuola anche nelle superiori in Puglia, nelle Marche, in Umbria e nelle medie in Campania. A Milano proseguono invece le proteste contro la Dad e un altro liceo è stato occupato mentre stamane è stato organizzato un presidio sull’importanza della scuola pubblica.
Intanto una indagine della Comunità di S. Egidio certifica che 1 minore su 4 è considerato a rischio dispersione per il numero eccessivo di assenze ingiustificate (più di 3 al mese) o perché non frequenta la scuola dall’inizio dell’anno scolastico; in caso di interruzione della didattica per dei periodi di quarantena, poi, 1 bambino su 2 avrebbe difficoltà a seguire le lezioni con la dad. Il ministero dell’Istruzione è al lavoro anche sulla partita che riguarda il piano di recupero dei gap formativi: dal prossimo prossimo decreto Ristori il dicastero di viale Trastevere si aspetta almeno 250 milioni. Con quei fondi si faranno corsi di recupero per gli apprendimenti persi a causa della Dad; si cercherà di dare una corsia preferenziale per i tamponi al personale scolastico e si incrementerà il supporto psicologico ai ragazzi messi a dura prova dall’emergenza.