L’amministrazione chiede all’ufficio tecnico uno studio per la realizzazione di una rotatoria nell’ex stazione Vuole una colata di cemento al posto di un parco urbano. Accuse dal Centrosinistra: «Progetto politico folle»
Una colata d’asfalto sul progetto della pista ciclabile. A San Giuseppe Vesuviano l’opera green che un mese fa veniva sponsorizzata dal palco piazzato proprio davanti all’ex stazione ferroviaria, punto di partenza di uno piano per lo sviluppo della mobilità sostenibile, rischia di incappare in uno studio in grado di smentire le intenzioni e la realizzazione del progetto nato per mettere a disposizione della comunità la più grande pista ciclopedonale del Mezzogiorno lungo la tratta dismessa tra Torre Annunziata e Cancello. Al vaglio dell’ufficio tecnico dell’Ente di piazza Elena d’Aosta – San Giuseppe Vesuviano è anche Comune capofila del maxi progetto da 9 milioni di euro – la richiesta presentata dal primo cittadino sangiuseppese, il leghista Vincenzo Catapano, di effettuare uno studio di fattibilità che preveda la realizzazione di una rotonda che metta in collegamento via Di Luggo, via Europa e via Gaetano Auricchio e che porti fino in piazza Garibaldi, cuore pulsante del paese. Dove è prevista la rotonda? Nel bel mezzo della pista ciclabile, proprio nel punto in cui l’area dell’ex stazione è più largo rispetto che altrove. E dove avrebbe potuto nascere un parco urbano con panchine e chioschi attraversato proprio dal «binario» per le bici.
La richiesta, oltre che ad apportare modifiche al progetto originario, rischia di far lievitare notevolmente i costi per la realizzazione dell’opera. Eppure un mese fa, quando a metà dicembre il governatore De Luca venne ad assistere alla posa della prima pietra, di questa rotatoria non se n’era parlato. Appare difficile pensare che al vaglio dei vertici della squadra di governo cittadina non ci fosse già l’idea di mettere mano e modificare parte del progetto iniziale.
Nel frattempo i lavori proseguono da giorni lungo la pista, sia a San Giuseppe Vesuviano che a Terzigno sono cominciate le operazioni di pulizia dell’area. Ma mentre le squadre di operai e le ruspe spostano, oltre ai rifiuti, anche i materiali che saranno utilizzati per il progetto green pagato dalla Regione Campania, la richiesta avanzata dal sindaco per il “solo” studio di fattibilità di una rotatoria divide. Il pensiero di proporre alla comunità una colata di cemento sull’opera fa urlare allo scempio ambientalisti e forze politiche opposte. Mentre in maggioranza c’è chi, ad oggi, preferisce non esporsi. All’opposizione, invece, s’alza forte il grido di protesta. Per Antonio Borriello, leader del centrosinistra e rappresentante del Collettivo Vocenueva in consiglio comunale, è «uno scempio da bloccare sul nascere». «Soltanto l’idea di realizzare una rotonda dove sorge la pista ciclabile è politicamente folle. – spiega l’assicuratore con la passione per la politica -Non solo si nega alla città la possibilità di avere una villa comunale dove passeggiare a due passi dalla piazza principale, questo piano rischia di avere effetti negativi anche sul piano economico. Così facendo si taglierebbe fuori via XX settembre che è la strada dove insistono decine di attività commerciali che con questo studio presentato dal sindaco sarebbero praticamente escluse, con le auto “dirottate” direttamente in piazza. A questa amministrazione interessano soltanto cemento e smog, sembra di essere tornati indietro di quarant’anni, piuttosto che guardare al futuro». La notizia, rimbalzata qui e là, dentro e fuori dalla casa comunale è destinata a finire anche all’attenzione dei consiglieri regionali e del presidente De Luca, che per l’opera ci ha messo la faccia e ora rischia di trovarsi di fronte a un piano cambiato rispetto a quello finanziato.
L’APERTURA DEL CANTIERE INAUGURATA UN MESE FA La posa della prima pietra per la nuova pista ciclabile a metà dicembre dello scorso anno.