La vita potrebbe cambiargli a cinquant’anni, dopo essersi rimesso nuovamente in gioco ed aver trascorso, sul gelido asfalto di Napoli, la notte più difficile della sua vita. Preso a calci e pugni d...
La vita potrebbe cambiargli a cinquant’anni, dopo essersi rimesso nuovamente in gioco ed aver trascorso, sul gelido asfalto di Napoli, la notte più difficile della sua vita. Preso a calci e pugni da un gruppo di belve. Gianni è il rider che è stato rapinato la sabato notte a Napoli, aveva ricominciato a lavorare consegnando cibo dopo aver passato 15 anni in macelleria prima che Auchan lo mandasse a casa da un giorno all’altro. L’opportunità di tornare dietro un bancone e lavorare i più svariati tagli di carne, come una volta – parcheggiando il motorino su cui ha passato gli ultimi giorni a sfrecciare per le strade di Napoli con lo zaino termico sulle spalle – arriva da Ottaviano: la Braceria Bifulco, un’eccellenza del territorio, gli ha offerto un posto di lavoro. La storia del papà cinquantenne, Gianni Lanciano, è diventata un caso mediatico dopoché il video dell’aggressione subita ha inondato le pagine social e le web page dei quotidiani di tutta Italia. Rapinato dello scooter a Calata Capodichino mentre effettuava una consegna. Dopo il raid s’è rimesso a lavoro, con una vecchia utilitaria a far portare cibo. Tuttavia il tentativo disperato di aggrapparsi allo scooter mentre veniva brutalmente picchiato è un gesto che ha commosso tutti. Anche chi, a chilometri di distanza, ha investito per mettere in piedi un’attività. Come Luciano Bifulco, che a Gianni ha teso molto di più di una mano. Offrendogli una speranza oltre la solidarietà, il tentativo di poter cambiare vita. Ancora una volta. «Appena ho visto quel video sono rimasto colpito: non è possibile che nel 2020 accadono ancora queste cose, un’aggressione brutale ingiustificabile. Tutti sappiamo che rider sono figure spesso sottovalutate e in questo caso fa davvero male scoprire che dietro quel casco c’era una persona che ha cercato di difendere a tutti i costi la consegna e il suo scooter. – spiega l’imprenditore di Ottaviano, Luciano Bifulco – Ecco perché ho scelto di lanciare un appello a Gianni, per quello che ha subito ed immagino come si sente emotivamente in questo momento ma anche a tanti altri giovani che hanno bisogno di lavorare. La pandemia ci ha completamente stravolto, nelle abitudini, nelle relazioni ma sopratutto nel settore lavorativo. In tanti hanno perso un lavoro, in tanti sono stati costretti ad abbassare la serranda: noi non lo abbiamo fatto, continuando a lavorare con tutte le restrizioni e rispettando tutte le normative, ma sappiamo che questo territorio ha bisogno di credere di nuovo nelle proprie potenzialità e sopratutto di ripartire. Noi cerchiamo giovani che possano essere inseriti nel nostro organico: vogliamo Gianni che ha esperienza e speriamo possa accettare la nostra offerta di lavoro per ritornare con coraggio a credere in se stesso, a mettere in campo le sue qualità lavorative ma tornare anche a fare il lavoro che gli piace». Per Gianni Lanciano dopo la grande paura, le botte e il rischio di dover dire addio anche a questo lavoro – le indagini lampo hanno assicurato alla giustizia i responsabili della rapina e anche lo scooter portatogli via è stato ritrovato -, potrebbe aprirsi una nuova vita. Dopo essersi arrangiato a 50 anni per «tirare avanti» per provare a recuperare quella dignità che la crisi e la disoccupazione gli stavano togliendo.