Castellammare. La puntura dura meno di un attimo, ma il sorriso della speranza sul volto di Rosa, la prima infermiera del San Leonardo sottoposta al vaccino è un inno alla gioia. C’è qualcuno che piange nascosto in un angolo del pronto soccorso. Quell’ospedale dove per mesi i sacchi neri con le vittime del Covid si sono ammassati nel piccolo obitorio.
Una strage silenziosa, la peste del nuovo millennio che ha distrutto tutto quello che sulla sua strada ha trovato. Insieme a Rosa Lebano, infermiera di Gragnano che vive a Scafati, anche un’altra pioniera del pronto soccorso è stata sottoposta alla prima dose del vaccino arrivato nella giornata di ieri. Si chiama Robertina e fa parte della vecchia guardia come Rosa.
Mesi in trincea, in un ospedale che non è un Covid center, ma che ha sofferto come fosse tale. A pochi chilometri di distanza, invece, nel presidio di Nola è toccato a un medico, Andrea Manzi, il compito di sottoporsi alla prima dose del Pfizer. Un segno di speranza, il modo migliore per chiudere un 2020 che nessuno dimenticherà facilmente.