Tre alberi d’ulivo donati alla scuola elementare Goffredo Mameli di Piazzolla di Nola e piantati nella giornata internazionale dell’albero, dove il giardino antistante il plesso è diventato un parco verde. Durante gli scavi per la piantumazione dei fusti, dal terreno sono emersi cocci e pietre che potrebbero essere le tracce di un tesoro sepolto dalla storia e dal cemento. Per gli esperti sono segnali inequivocabili del fatto che nei pressi di Palazzo Albertini ci siano decine di reperti di epoca romana, dimenticati per secoli. E oggi pronti a uscire fuori. D’altronde le prime tracce che in quella zona c’era un vasto insediamento di materiale dall’elevato valore storico s’era avuto tempo fa, con il ritrovamento di un capitello risalente a duemila anni fa. Tra Nola e Ottaviano ha infatti vissuto gli ultimi anni della sua esistenza l’imperatore Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto, l’uomo che segnò profondamente storia e politica della Roma imperiale. «Da oltre quindici anni mi sto occupando della Villa Romana in località Albertini a Pizzolla di Nola e posso dire che man mano che ci avviciniamo al Palazzo il numero di reperti va ad aumentare, sono convinto che Palazzo Albertini è stato realizzato su una villa romana enorme depredata precedentemente», spiega Gennaro Barbato a guida dell’associazione Spartacus con sede a Ottaviano. Ha preso parte sabato mattina all’iniziativa di piantumazione degli ulivi donati dall’onorevole Silvana Nappi. Presenti alla manifestazione sia il Dirigente scolastico Concetta De Crescenzo e sia il delegato del Sindaco di Nola Raffaele Giugliano, i quali hanno rilasciato i permessi, e dell’archeologo Nicola Castaldo. Potrebbe essere la relazione dello studioso ad aprire una breccia ed avviare uno scavo tra Ottaviano e Nola, riportando alla luce decine di reperti d’epoca romana ancora sepolti.
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24 novembre 2020
Scavi nella scuola elementare di Piazzolla, l’allarme degli esperti: «Reperti storici sotto palazzo Albertini»