La curva dei contagi da coronavirus nella seconda ondata in Italia non accenna a raffreddarsi e le Regioni si preparano a lockdown mirati, che sembrano sempre più ineluttabili anche in grandi città, e al possibile divieto di spostamento tra territori. I nuovi positivi ormai vicini a quota 32 mila e il record di vittime della nuova fase, 297 in 24 ore, mai così tante da maggio, danno la spinta decisiva al governo.
I ministri Roberto Speranza (Sanità) e Francesco Boccia (Affari regionali) domani si riuniranno con i governatori per discutere le nuove restrizioni in arrivo per i territori più sferzati dal virus, dopo aver ricevuto i dati dal Comitato tecnico scientifico (Cts) che dovrà dare “indicazioni specifiche al Governo” sui territori con maggiori criticità e che, quindi, “necessitano di ulteriori misure restrittive”.
“Se ci vorrà, se c’è la necessità di una, due, tre settimane di stop in alcuni territori, perché l’Rt (indice di contagiosità, ndr) non è uguale dappertutto – dice Boccia -, questa cosa evidentemente in questo momento va spiegata bene”. Tra le indiziate principali per i lockdown mirati ci sono Milano e Napoli tra le metropoli, la Lombardia, la Campania e il Piemonte tra le regioni.
Per la capitale economica del Paese il governo sta dialogando con il sindaco Beppe Sala e con il presidente lombardo Attilio Fontana, che ancora negli ultimi giorni affermavano rispettivamente di voler “vedere i numeri” e di “non vedere le condizioni per una chiusura”.
La Lombardia nelle ultime 24 ore è andata di nuovo vicina ai 9 mila infetti e ha fatto segnare un balzo delle vittime, passate da 48 a 73. Altri 22 pazienti sono stati ricoverati in terapia intensiva.
La Campania ha fatto registrare oltre 3.600 nuovi positivi, altro massimo giornaliero, con 14 vittime, e a Napoli la situazione è sempre più pesante. Nella regione ci si divide tra iniziative di sindaci di piccoli centri che vietano ai minorenni di circolare se non accompagnati – una sorta di ‘lockdown generazionale’ al contrario – e manifestazioni di madri e bambini con maschere di Halloween per chiedere a Vincenzo De Luca di poter tornare a scuola. La Regione intanto lavora all’attuazione del piano per la riorganizzazione degli ospedali e il reclutamento di medici.
In Piemonte – dove l’indice di contagiosità Rt è oltre il 2%, come in Lombardia – ben 16 ospedali sono stati riconvertiti alla cura del Covid, in un territorio che conta oltre 2.800 nuovi positivi e 28 vittime in 24 ore. Quest’ultimo il bilancio odierno peggiore, ancora dietro la Lombardia.
In Veneto invece il governatore Luca Zaia emette un’ordinanza che rende obbligatorio per i medici di base e i pediatri eseguire i tamponi rapidi (in Lombardia i test saranno disponibili da lunedì, ma su base volontaria).
Nel Lazio, con 22 morti e oltre 2.200 positivi, anche Roma potrebbe essere sottoposta a nuove restrizioni. Le cifre dei contagi, delle vittime, dei ricoveri in terapia intensiva e nei reparti ordinari – vicini alla soglia di allerta – sono inesorabili: nelle ultime 24 ore in Italia il rapporto tra positivi trovati e tamponi effettuati (quasi 216 mila, nuovo massimo) è al 14,7%, mai così alto nella seconda ondata. In sostanza si trova un infetto ogni 7 test. Ci sono 1.843 pazienti in terapia intensiva (+97 in 24 ore), i ricoverati con sintomi sono quasi 18 mila, secondo i dati del ministero della Salute.
L’aumento degli attualmente positivi in un giorno è di 25.600, che porta il totale dei malati a 351.386. Molto più ridotto, invece, l’incremento dei guariti: 5.859 per un bilancio di 289.426. Insomma, i nuovi positivi nel Paese aumentano per il quinto giorno consecutivo – seppure a minor ritmo – dopo un’episodica flessione il 26 ottobre, e non sembra più potersi attendere il risultato delle misure dell’ultimo Dpcm. Chiusure mirate di altre attività e zone rosse appaiono l’ultima chance prima del lockdown Italia.